Covid in Cina: "11mila morti al giorno". A Shanghai pazienti curati sui marciapiedi

Il report di una società di analisi britannica: 1,8 milioni di contagi giornalieri. Pechino: "I tamponi ai visitatori in arrivo sono inaccettabili. Vaccini gratis dall'Europa? No grazie". Intanto l'Ue pensa a test in partenza. Ecdc: nessuna influenza sul Vecchio Continente

Roma, 3 gennaio 2023 - Covid in Cina: il governo di Xi Jinping reagisce con rabbia alle restrizioni poste da alcuni Paesi ai visitatori in arrivo dalla Cina, come il tampone obbligatorio, e minaccia di mettere in atto contromisure, insomma ritorsioni, alle "pratiche eccessive" messe in campo. Ma l'Ue tira dritto e pensa a ulteriori misure, come il test ai viaggiatori in partenza. Continua intanto l'ondata di contagi e morti (1,8 milioni al giorno le infezioni e 11mila i decessi secondo la società britannica di analisi Airfinity), mentre a Shanghai i pazienti vengono curati anche sui marciapiedi davanti agli ospedali saturi, la società britannica di analisi Airfinity conta 11mila decessi al giorno. 

Covid in Cina: a Shanghai pazienti curati sui marciapiedi
Covid in Cina: a Shanghai pazienti curati sui marciapiedi

Sommario

I dati in Cina: "11mila morti al giorno"

La società britannica di analisi mediche Airfinity stima in 11.000 il numero dei decessi giornalieri in Cina per il Covid-19 e in 1,8 milioni i contagi giornalieri, prevedendo entro la fine di aprile 1,7 milioni di morti a causa del coronavirus. Alcune autorità locali cinesi hanno iniziato a pubblicare cifre: è il caso della provincia di Zhejiang (est), al confine con Shanghai, che la scorsa settimana ha stimato un milione di nuovi casi quotidiani. La città di Qingdao (est) ha riportato 500.000 nuove infezioni giornaliere, mentre Dongguan (sud) ne ha evocati 300.000. Nell'isola-provincia di Hainan (sud), le autorità hanno stimato venerdì scorso il tasso di contagio degli abitanti a più del 50%, mentre le città di Quzhou e Zhoushan (est) hanno calcolato che almeno il 30% della loro popolazione ha contratto il Covid. È difficile assemblare questi dati parziali e giungere a un quadro completo della situazione nazionale, scrive l'Afp, ricordando che i dati trapelati da una riunione delle autorità sanitarie cinesi il mese scorso suggerivano 250 milioni di contagi nei primi 20 giorni di dicembre.

Pechino: "Misure inaccettabili per scopi politici"

Il duro avvertimento è arrivato dalla portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, che ha commentato le misure definendole "inaccettabili", senza basi scientifiche e animate da "scopi politici". La Cina è pronta a rafforzare la comunicazione con la comunità internazionale per porre fine alla pandemia di Covid-19, ha detto la portavoce, ma "credo che alcuni Paesi adottino misure di restrizione all’ingresso solo nei confronti della Cina, che mancano di basi scientifiche, e alcune pratiche eccessive sono ancora più inaccettabili". La Cina, ha aggiunto, si oppone "fermamente alla pratica di manipolare le misure di prevenzione e controllo della pandemia per raggiungere obiettivi politici e adotteremo misure corrispondenti in conformità con il principio di reciprocità in base alle diverse situazioni".

Tra i Paesi che applicano le restrizioni c’è anche l’Italia, prima a disporle in Europa, a cui hanno fatto seguito quelle imposte da Francia, Spagna, Regno Unito, oltre a quelle messe in atto da India, Corea del Sud, Giappone, Australia, Stati Uniti, Canada, Israele, a cui si è aggiunto il Qatar nelle ultime ore.

Ue chiederà test prima della partenza dalla Cina 

L'Unione europea però prepara una nuova stretta. Oggi il Comitato per la sicurezza sanitaria ha trovato convergenza sulle azioni da intraprendere, tra cui: ️test prima della partenza per i viaggiatori provenienti dalla Cina; accelerazione del monitoraggio delle acque reflue; aumento della sorveglianza interna". Lo ha annunciato su twitter la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides dopo la riunione dell'organismo tecnico sulla sicurezza sanitaria nell'Ue. "L'unità rimane il nostro strumento più forte contro il Covid". 

La Ue offre vaccini gratis. Pechino: no grazie

La Cina peraltro ha respinto l’offerta arrivata nei giorni scorsi dall’Unione europea di forniture gratuite di vaccini contro il Covid-19. Stando a quanto rivelato oggi dal Financial Times, la proposta è stata avanzata nell’ambito delle iniziative avviate dal Commissario per la Salute, Stella Kyriakides, per garantire una risposta europea al timore di una possibile ondata di contagi a seguito della decisione di Pechino di revocare le restrizioni della sua politica "zero Covid". Pechino ha usato i propri vaccini Sinovac e Sinopharm per immunizzare la popolazione, tuttavia a fine dicembre l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha definito insufficiente l’attuale copertura vaccinale della Cina.

A Shanghai pazienti curati sui marciapiedi

Tosse e difficoltà respiratorie: negli ospedali sovraffollati di Shanghai, i pazienti anziani di Covid stanno sovraccaricando i servizi di emergenza. A Shanghai, una delle città più ricche della Cina, la situazione sanitaria è particolarmente critica. Dal mese scorso, circa il 70% della popolazione, ovvero circa 18 milioni di persone, ha contratto il virus, secondo i media ufficiali. In due ospedali della megalopoli, l’Afp ha visto centinaia di pazienti, per lo più anziani, distesi su barelle nel mezzo di reparti di emergenza sovraffollati. Molti sono attaccati a flebo o a bombole di ossigeno e sono sottoposti a monitor cardiaci. Alcuni pazienti sembrano privi di vita. Altri vengono curati fuori dall’edificio, sul marciapiede, perché non c’è posto. Anche le autorità adesso ammettono che la portata dell’epidemia è ora "impossibile" da determinare, poiché i test di screening non sono più obbligatori e i dati sono frammentari. In poco tempo, il sistema sanitario è stato sopraffatto, con le farmacie inondate di richieste di farmaci antifebbrili e i crematori sopraffatti dall’afflusso di corpi. 

Il caso francese

La prima ministra francese Elisabeth Borne ha affermato oggi che i test sul Covid-19 per i viaggiatori in arrivo in Francia dalla Cina continueranno nonostante le proteste di Pechino. "Penso che stiamo compiendo il nostro dovere nel chiedere i test”, ha detto Borne alla radio France Info quando gli è stato chiesto della reazione della Cina. "Il mio governo sta facendo il suo dovere proteggendo i francesi e chiedendo test. Lo stiamo facendo nel rispetto delle regole dell’Organizzazione mondiale della sanità e continueremo a farlo", ha dichiarato Borne. La prima ministra ha ricordato che, da domenica, i passeggeri che si imbarcano su un volo dalla Cina alla Francia "si sono impegnati ad accettare un test all’arrivo, test che è anche soggetto, quando è positivo, al sequenziamento". "Questo ci permette di avere dati sull’evoluzione del virus. Ovviamente vogliamo assicurarci che non ci siano nuove varianti”, ha sottolineato. "Il nostro obiettivo, e credo che su questo punto tutti gli scienziati siano d’accordo, è proprio quello di poter monitorare l’evoluzione dell’epidemia", ha commentato ancora il capo del governo francese. Pechino, attraverso il suo ministero degli Esteri, ha condannato oggi l’imposizione di test sul Covid da parte di una decina di Paesi ai viaggiatori provenienti dalla Cina, avvertendo che potrebbe prendere "contromisure" per rappresaglia. 

Ecdc: nessuna influenza sull'Europa

Il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) ha escluso che l’aumento dei casi di Covid-19 in Cina influenzerà la situazione epidemiologica in Europa, soprattutto a causa dell’elevata immunità della popolazione europea, poiché non sono state prodotte nuove varianti. "Le varianti che circolano in Cina stanno già circolando nell’Ue, quindi non rappresentano una sfida per la risposta immunitaria dei cittadini europei. Inoltre, i cittadini europei hanno livelli relativamente alti di immunizzazione e vaccinazione”, ha sottolineato l’organismo europeo in una nota.