Giovedì 18 Aprile 2024

Cile, resta la Costituzione di Pinochet. Cosa succede e perché si rischia il caos

Bocciata dagli elettori la nuova Costituzione voluta dal presidente di sinistra Boric. Esultano le destre

Santiago del Cile, 5 settembre 2022  -  Troppo radicale, gli elettori in Cile hanno bocciato il progetto di nuova Costituzione, mantenendo così quella redatta sotto il governo militare del generale Augusto Pinochet e risalente al 1980. Il grande sconfitto è il presidente di sinistra Gabriel Boric (eletto nel dicembre 2021), che aveva appoggiato con forza la nuova costituzione, e che comunque ora non ha intenzione di arrendersi e lavorerà con il Congresso e la società civile per elaborare un "nuovo processo costituzionale". Il rechazo (no) del 62% della popolazione è invece il successo del centro-destra che si è ritrovato con un risultato oltre ogni possibile previsione. Il Comitato del no ha salutato la scelta dei cileni come un "gesto di saggezza" e come "una sonora lezione per l'ala più radicale di sinistra e comunista" che appoggiava la nuova Costituzione.

Cile, festa in strada dopo la bocciatura della Costituzione (Ansa)
Cile, festa in strada dopo la bocciatura della Costituzione (Ansa)

"Dobbiamo ascoltare la voce del popolo", ha detto il capo di stato, che ha promesso che cercherà una soluzione che "ci riempia di fiducia e ci unisca tutti". Infatti i cileni vorrebbero una riforma, e tre anni fa l'avevano chiesta a forza con proteste di massa che avevano scosso la nazione. Poi in un referendum indetto nell'ottobre 2020 aveva confermato con quasi l'80% la volontà popolare di sostituire la costituzione voluta dal dittatore Pinochet. 

Ma i 155 membri della Assemblea costituzionale, scelti dagli stessi elettori nel 2021, hanno deluso le aspettative promuovendo un documento troppo rivoluzionario che avrebbe dichiarato il Cile uno stato "plurinazionale", riconoscendo i diritti delle popolazioni indigene cilene, il 13% della popolazione, alle loro terre e risorse. Nella bozza cambiamenti anche per molte istituzioni cilene, come la sostituzione del Senato con una Camera delle Regioni. E per le donne come il diritto all'aborto e la richiesta che le donne ricoprano almeno il 50% delle posizioni nelle istituzioni ufficiali.  

Il testo di 388 articoli dichiarava il Cile "uno Stato sociale e democratico di diritto, plurinazionale, interculturale, regionale ed ecologico", introducendo nuovi diritti sociali e stabiliendo che "la sua democrazia è "paritaria e inclusiva". 

Boric ha convocato per domani alla Moneda i leader dei partiti politici e ha già fatto sapere che farà un rimpasto per poi chiedere al Parlamento di eleggere una nuova Assemblea costituente.