Santiago del Cile, 5 settembre 2022 - Troppo radicale, gli elettori in Cile hanno bocciato il progetto di nuova Costituzione, mantenendo così quella redatta sotto il governo militare del generale Augusto Pinochet e risalente al 1980. Il grande sconfitto è il presidente di sinistra Gabriel Boric (eletto nel dicembre 2021), che aveva appoggiato con forza la nuova costituzione, e che comunque ora non ha intenzione di arrendersi e lavorerà con il Congresso e la società civile per elaborare un "nuovo processo costituzionale". Il rechazo (no) del 62% della popolazione è invece il successo del centro-destra che si è ritrovato con un risultato oltre ogni possibile previsione. Il Comitato del no ha salutato la scelta dei cileni come un "gesto di saggezza" e come "una sonora lezione per l'ala più radicale di sinistra e comunista" che appoggiava la nuova Costituzione.
"Dobbiamo ascoltare la voce del popolo", ha detto il capo di stato, che ha promesso che cercherà una soluzione che "ci riempia di fiducia e ci unisca tutti". Infatti i cileni vorrebbero una riforma, e tre anni fa l'avevano chiesta a forza con proteste di massa che avevano scosso la nazione. Poi in un referendum indetto nell'ottobre 2020 aveva confermato con quasi l'80% la volontà popolare di sostituire la costituzione voluta dal dittatore Pinochet.
Ma i 155 membri della Assemblea costituzionale, scelti dagli stessi elettori nel 2021, hanno deluso le aspettative promuovendo un documento troppo rivoluzionario che avrebbe dichiarato il Cile uno stato "plurinazionale", riconoscendo i diritti delle popolazioni indigene cilene, il 13% della popolazione, alle loro terre e risorse. Nella bozza cambiamenti anche per molte istituzioni cilene, come la sostituzione del Senato con una Camera delle Regioni. E per le donne come il diritto all'aborto e la richiesta che le donne ricoprano almeno il 50% delle posizioni nelle istituzioni ufficiali.
Il testo di 388 articoli dichiarava il Cile "uno Stato sociale e democratico di diritto, plurinazionale, interculturale, regionale ed ecologico", introducendo nuovi diritti sociali e stabiliendo che "la sua democrazia è "paritaria e inclusiva".
Boric ha convocato per domani alla Moneda i leader dei partiti politici e ha già fatto sapere che farà un rimpasto per poi chiedere al Parlamento di eleggere una nuova Assemblea costituente.