Chiude Arecibo, il super radiotelescopio. Extraterrestre non potrai portarmi più via

Dalla gigantesca struttura di Portorico partivano messaggi a eventuali forme di vita nello spazio, ma ora rischia di crollare. Non solo scienza: è stato protagonista di famosi film di azione. Anche James Bond ha combattuto per il Bene sotto la sua ombra

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Ha sondato l’ignoto per oltre 50 anni, alla ricerca di un segnale extraterrestre. È stato protagonista di film come Contact con Jodie Foster. Ora, il messaggero dello spazio è stato messo a tacere per sempre. Il radiotelescopio di Arecibo, nell’isola di Portorico, sarà smantellato. La National Science Foundation si è arresa: la gigantesca struttura – la parabola ha un diametro di oltre 300 metri, ed è stata la più grande del mondo fino al 2016 – rischia di collassare. Dopo i gravi danni subiti dal terremoto di gennaio, il colpo mortale ad agosto: uno dei pesanti cavi che tengono sospesi il piatto a 140 metri di altezza si è spezzato, squarciando la parabola. Il rischio di crollo è troppo grande e le riparazioni sono considerate pericolose per i lavoratori impegnati.

La notizia è un colpo al cuore per tutti gli appassionati di misteri. Dall’osservatorio di Arecibo, infatti, nel 1974 è partito il messaggio per gli extraterrestri. Nell’ambito del progetto Seti (Search for extra terrestrial intelligence), infatti, il 16 novembre di 46 anni fa, dal radiotelescopio portoricano venne inviato un pacchetto di informazioni essenziali sull’umanità e il pianeta terra.

Scritto in modo tale da essere ‘tradotto’ da un’ipotetica forma di vita intelligente: si usarono sequenze binarie (stringhe di numeri 0 e 1) per descrivere, tra l’altro, la struttura del nostro Dna, gli elementi primari della vita come azoto, carbonio e ossigeno, rappresentazioni grafiche di un uomo e del sistema solare. Per gli scettici, si è trattato di una mera operazione mediatica, se non altro perché il messaggio – ideato dal fondatore di Seti, Frank Drake, con l’aiuto, tra gli altri, del grande divulgatore Carl Sagan – fu indirizzato verso l’Ammasso globulare di Ercole, a 25mila anni luce di distanza. Ammettendo che il destinatario abbia una conoscenza tecnologica almeno pari alla nostra, bisognerà attendere almeno 50mila anni per avere una risposta.

Oggi come allora, non è il caso di trattenere il fiato. Nonostante ciò, l’idea di mandare un messaggio in bottiglia nello spazio profondo (ehi, c’è qualcun altro là fuori?) affascinò milioni di persone. Appassionati coinvolti in gran numero, dal 1999, nel progetto di calcolo condiviso Seti@home dell’Università di Berkeley: in pratica, il singolo utente metteva a disposizione il proprio pc per aiutare ad analizzare i dati e individuare eventuali ET. Hanno partecipato più di 5 milioni di persone. Nella sua lunga carriera (fu ultimato nel 1963), l’Osservatorio di Arecibo ha continuato a scandagliare le profondità dello spazio, centrando numerose scoperte astronomiche.

La parabolona ha poi fatto da sfondo anche a diversi film e serie tv. In 007 – Goldeneye (1995), lo scontro finale tra James Bond (Pierce Brosnan) e il cattivo di turno, deciso a prendere il controllo di un micidiale satellite russo, si svolge all’ombra dell’Osservatorio (nella finzione la base era a Cuba). In Uomini verdi (1994), un episodio del telefilm X-Files, l’agente Mulder (David Duchonvy) viene inviato a Portorico per indagare sull’esistenza degli alieni.

Ma è soprattutto Contact (1997) ad affrontare il tema della comunicazione con gli extraterrestri: la protagonista, interpretata da Jodie Foster, lavora proprio nell’osservatorio al progetto Seti, ed entrerà in contatto con forme di vita aliena. La pellicola è un mix di fantascienza e riflessione sulla religione, adattamento – non a caso – dell’omonimo romanzo di Carl Sagan. In un mondo sempre più egocentrico e autoreferenziale, rivolgere lo sguardo verso lo spazio, a volte, aiuta a capire se stessi.