Al- Zawahiri, la mente dell'11 settembre. Chi era, dove si nascondeva

Quaranta anni di terrore. Sostituì Bin Laden alla guida di Al Qaeda dopo la sua uccisione nel maggio 2011

Ayman Al Zawahri con Osama Bin Laden (Ansa)

Ayman Al Zawahri con Osama Bin Laden (Ansa)

Roma, 2 agosto 2022 - Quaranta anni di terrore. Ayman al- Zawahiri, ex braccio destro di Osama Bin Laden, divenuto leader di al-Qaeda alla sua morte nel 2011, è stato ucciso in un raid Usa in Afghanistan. L'ultima sua apparizione 'pubblica' era stata in un video diffuso da Al Qaeda nel 20/mo anniversario degli attentati alle Torri Gemelle, al Pentagono e in Pennsylvania. Egiziano, membro di una famglia molto in vista, era nipote di Rabia al- Zawahiri, l'importante imam dell'università al-Azhar del Cairo.

Dall'Egitto all'Afghanistan

Laureato in medicina, chirurgo oculista, medico personale dello 'sceicco del terrore', aveva aderito ai movimenti fondamentalisti egiziani ed era stato arrestato per il coinvolgimento nell'attentato al presidente egiziano Anwar Sadat nel 1981. Dopo tre anni di carcere aveva lasciato l'Egitto e si era trasferito al confine con Afghanistan dove, da medico, si era unito alla causa dei mujahadin curando i feriti della guerra contro l'Unione Sovietica. Qui conobbe Osama bin-Laden e si unì ad al-Qaeda collaborando agli attentati all'ambasciata Usa in Kenya ed in Tanzania e all'attacco del cacciatorpediniere Usa Cole in Yemen. 

Sostituì Bin Laden

Al- Zawahiri contribuì dunque a fondare il gruppo militante della Jihad islamica egiziana e soprattutto ideò gli attacchi dell'11 settembre contro gli Stati Uniti; finì per sostituire Bin Laden alla guida di Al Qaeda, dopo l'uccisione di quest'ultimo nel maggio 2011.

All'epoca degli attentati di 21 anni fa, Al- Zawahiri era il numero due - dietro a Bin Laden - nella lista dei 22 "terroristi più ricercati" dal governo degli Stati Uniti e sulla sua testa pendeva una taglia di 25 milioni di dollari. Dato già per morto nel novembre 2020, Zawahiri era stato visto l'ultima volta nella città afgana orientale di Khost nell'ottobre 2001, e da allora era rimasto nascosto sfuggendo sempre alla cattura.

Tra Pakistan e Afghanistan

E' probabile che per anni abbia trovato rifugio nelle regioni montuose in Pakistan, con l'aiuto di tribù locali solidali. Il fatto che abbia trascorso le ultime settimane di vita in Afghanistan testimonia del confine poroso tra i due Paesi e il fatto che si sentisse sicuro nel Paese conferma quanto poco abbiano cambiato l'Afghanistan due decenni di permanenza militare statunitense.

Il 13 gennaio 2006 fu l'obiettivo di un attacco missilistico americano vicino al confine del Pakistan con l'Afghanistan. Morirono quattro membri di Al-Qaeda, ma Zawahiri si salvò. Due settimane apparve in un video in cui avvertiva che "né Bush né tutte le potenze della terra" avrebbero anticipato la sua morte - rispetto al destino - di un secondo.

Zawahiri si è fatto sentire, di tanto in tanto con messaggi audio e a volte video - l'ultimo l'11 settembre di due anni fa - per incitare i suoi seguaci alla guerra contro l'Occidente. Ma negli anni, soprattutto con la proclamazione dello Stato islamico di Abu Bakr Al Baghdadi (anche lui ucciso, in Siria) ha perso buona parte dell'autorevolezza di cui godeva quando ancora il suo volto era associato a quello di Bin Laden.

Nella capitale dei talebani

La casa in cui è morto era nella zona di Sherpur, a Kabul, un ricco quartiere della capitale, frequentato e in cui vivono i membri del governo talebano: secondo il New York Times, la residenza era di un alto collaboratore del ministro dell'Interno, Sirajuddin Haqqani; fonti non confermate sostengono invece che la casa fosse addirittura di proprietà del ministro e che nel raid sarebbero morti anche il figlio e il genero dell'alto esponente di governo, notoriamente vicino ad al-Qaeda.