Martedì 23 Aprile 2024

Un altro Kennedy si candida alla Casa Bianca. Chi è Robert, il no vax cospirazionista

Si chiama come il padre, lo zio era Jfk. Ma non raccoglie consensi tra i democratici e in famiglia. Pesano le sue ormai note teorie cospirazioniste. Le sorelle: "Idee sbagliate, è pericoloso"

Robert F. Kennedy Jr

Robert F. Kennedy Jr

Ha quel sorriso, quei lineamenti, i lineamenti marcati e aristocratici dei Kennedy. E i Kennedy sono la famiglia che nella nazione che conquistò l’indipendenza contro l’assolutismo monarchico di re Giorgio d’Inghilterra, avrebbe goduto per decenni del prestigio e dell’affetto di una dinastia monarchica. Paradossi della storia. E poi si chiama come il padre, Robert Kennedy, con l’ovvia aggiunta del suffisso junior. Da ieri l’America riparla dei Kennedy. L’ultimo della serie, non tanto junior per la verità con i suoi 69 anni, si candida alla Casa Bianca. Vorrebbe tornare in quello studio ovale che ospitò lo zio John, detto Jack, nei suoi mille giorni di presidenza (1961 – 1963) e che avrebbe dovuto vedere come successore il fratello Robert, appunto il padre di junior. Ma l’oscura maledizione che perseguita la famiglia volle diversamente.

Senza lacrime

Robert jr. aveva 9 anni quando lo zio venne assassinato a Dallas (22 novembre 1963). Ne aveva 14 quando il padre, in corsa per le primarie, venne assassinato a Los Angeles (5 giugno 1968). Era a scuola quella mattina, l’esclusiva Georgetown Preparatory School retta dai gesuiti (i Kennedy sono cattolici). Lo chiamò il Principal, il preside: tuo padre è stato vittima di un attentato. Rimase impietrito, senza lacrime.

Era il terzo di undici figli. L’altro zio, Edward, detto Ted, lo andò a prendere. Anche lui, nel 1980, si sarebbe candidato alla presidenza. Anche lui dovette rinunciarci per un evento luttuoso. La segretaria, con cui aveva una relazione, affogò nell’auto finita in un canale. La guidava appunto il maturo e sposato senatore del Massachusetts, il quale riuscì a riguadagnare la riva ma non chiamò i soccorsi. Temeva che lo scandalo affossasse la sua campagna elettorale. Brutta pagina, la più brutta nella storia della dinastia colpita da tragedie a catena. Ted evitò l’incriminazione, ma dovette rinunciare alla candidatura. Era un Kennedy. Intoccabile. Per un confronto oggi, 43 anni dopo, il repubblicano Donald Trump rischia la galera per aver pagato una pornostar.

Odiato dal suo partito

Anche Robert junior è un democratico. Dovrebbe essere un beniamino del partito. È un ecologista dedicato e generoso, fondatore di istituti per la difesa dell’ambiente e della salute pubblica. Avvocato e autore di best sellers. Invece no.

È odiato dall’establishment. Non perché accusi di incompetenza e corruzione l’amministrazione di Joe Biden e nemmeno per volerlo cacciare dalla Casa Bianca, ma perchè ha l’ambizione o l’illusione di invertire il trend di una sinistra maggioritaria. La stessa che fra un paio di mesi saluterà l’annuncio di una ricandidatura dell’ultraottantenne presidente.

Ostilità familiare

Questa è una spiegazione. Ma ce n’è un’altra ed è chiaramente maggioritaria fra gli analisti di fede democratica. I quali partono dall’ostilità della stessa famiglia di Robert junior. La sorella Kerry lo definisce "molto pericoloso". L’altra sorella Kathleen e uno dei fratelli, Joseph P., affermano che le sue posizioni sono "tragicamente sbagliate" e foriere di "mortali conseguenze". Facebook e Instagram un anno fa gli hanno chiuso l’accesso.

Profeta no vax

I giornali filo-democratici specificano queste accuse: Robert Kennedy junior è il profeta dei No vax. È stato il più acceso sostenitore della relazione fra vaccini e autismo. E, scoppiata l’epidemia di Covid, ha girato l’America e l’Europa schierandosi contro le vaccinazioni obbligatorie. Se l’è presa con l’amministrazione di Donald Trump e ancora di più con quella guidata da Joe Biden per l’obbligo delle mascherine, per gli esasperanti lockdown, per le restrizioni. Due anni fa ha scritto un libro intitolato The Real Anthony Fauci. Lo ha accusato di avere collaborato a ordire "uno storico colpo di Stato" contro la democrazia. Grande successo. Una base elettorale l’ha. Ma non tanto da farne un protagonista.