Chernobyl: qual è il rischio reale? Tanti falsi allarmi, una vera minaccia

Le piscine del combustibile esaurito contengono 21.217 barre radioattive, solo 1.698 delle quali sono state trasferite al nuovo impianto di stoccaggio "a secco". Ma la mancanza di elettrcità è gestibile e non metterà in crisi l'impianto

Il 'sarcofago' di Chernobyl (Ansa)

Il 'sarcofago' di Chernobyl (Ansa)

Roma, 10 marzo 2022 - Non c'è un rischio incidente a Chernobyl per effetto dell'interruzione della fornitura di energia elettrica alla centrale, il cui ultimo dei tre reattori sopravvissuti all'incidente del 1986  è stato chiuso nel 2.000. E per tre motivi.

  • Il primo è che i generatori di emergenza sono funzionanti e utilizzano del normale gasolio: se riforniti possono funzionare indefinitamente e raffreddare le piscine dove si trovano le barre di combustibile esaurito.
  • Il secondo motivo è che le barre hanno un problema di rilascio di calore soprattutto nei primi dieci anni dopo che sono state estratte dal nocciolo del reattore. Ora, l'unità 2 è stata chiusa nel 1991, la uno nel 1996 e la tre nel 2000. Le barre del reattore 2 si sono quindi raffreddate per 31 anni, quelle del reattore uno per 26 anni e quelle del reattore 3 per 22 anni. Il carico di calore residuo è quindi molto più basso di una barra estratta da pochi anni, ed è quindi meglio gestibile anche in caso di interruzione dell'elettricità che alimenta i sistemi di smaltimento del calore delle piscine.
  • Il terzo motivo è che anche nell'improbabile caso che la temperatura delle piscine salisse al punto da far evaporare l'acqua, sarebbe sufficiente aggiungerne altra per mantenere i livelli di sicurezza.   

La società statale ucraina Energoatom, che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari attive nel Paese, aveva avvisato che senza energia elettrica alla centrale di Chernobyl non ci può essere un adeguato controllo a distanza dell'impianto e si rischia il rilascio di sostanze radioattive. Come si spiega in un comunicato, "il blackout di tutti gli impianti nucleari nella zona di esclusione è associato a danni alla linea elettrica dell'impianto che ha portato anche a un  blackout nella città di Slavutych". "Il combustibile esaurito ha bisogno di un raffreddamento costante, possibile solo se c'è elettricità. Se questa non è disponibile", ha sostenuto Energoatom, "la temperatura nelle piscine di raffreddamento aumenterà, si verificherà la formazione di vapore e il rilascio di sostanze radioattive nell'ambiente". Ulteriore benzina sul fuoco è stata gettata dal ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba che ha detto: "I generatori diesel di riserva hanno una capacità di 48 ore per alimentare la centrale nucleare di Chernobyl. Successivamente, i sistemi di raffreddamento dell'impianto di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito si fermeranno, rendendo imminenti le perdite di radiazioni".

A questo allarme si è aggiunto quello relativo alla perdita della connessione dati con le centraline di rilevamento radioattività nell'area. Un problema relativo perché un eventuale rilevante fuga radioattiva sarebbe comunque individuata dalle centraline presenti nel resto dell'Ucraina. 

L'allarme denunciato da Energoatom è stato negato dall'AIEA, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, secondo la quale "in questo caso l'Aiea non vede un impatto critico sulla sicurezza".  "Il carico di calore del combustibile spento nelle vasche di raffreddamento e il volume dell'acqua di raffreddamento a Chernobyl - ha spiegato l'agenzia che ha sede a Vienna - sono sufficienti per la rimozione del valore senza bisogno di forniture elettriche".

Le piscine di Chernobyl

Ma quale è la situazione delle piscine che contengono le barre esaurite della centrale? Lo scorso giugno è iniziata la tanto attesa operazione di rimozione del combustibile nucleare esaurito, recuperandolo dalla piscina di combustibile esaurito ISF-1, in funzione dal 1986, e spostandolo al nuovo impianto di stoccaggio a secco SNF-2. Il progetto di stoccaggio a secco è iniziato nel 1999, ed è stato rilevato da Framatome da Holtec International nel 2011. L'ISF-2 è stato completato nel 2019. La messa in servizio a caldo è iniziata nel settembre 2020, e il primo contenitore di combustibile usato è stato collocato nell'impianto a novembre. La SNRIU ha rilasciato una licenza di esercizio per l'impianto ISF-2 il 23 aprile del 2021.

In tutto, a Chernobyl ci sono 21.217 barre di combustibile esaurito provenienti dai tre reattori non danneggiati che saranno spostati nell'impianto nei prossimi dieci anni, e conservati lì per i prossimi 100 anni, secondo una presentazione dell'Ucraina del 2019 all'AIEA. Inoltre, l'impianto conserverà circa 2.000 "assorbitori aggiuntivi" e più di 23.000 "barre di estensione" dalle Unità 1. Sino a gennaio, 1.698  barre di combustibile esaurito  sono state inviate al nuovo impianto.

L'ISF-2 è stato finanziato dalla comunità internazionale e dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Descritto dalla banca come il più grande impianto di stoccaggio di combustibile usato a secco del mondo, è costato 400 milioni di euro (490 milioni di dollari) ed è stato finanziato con i contributi di Belgio, Canada, Danimarca, Unione Europea, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia, Russia, Svezia, Svizzera, Ucraina, Regno Unito e USA.

Qual è il vero rischio

Il vero problema di sicurezza a Chernobyl è relativo al rischio combattimenti nell'area (o alla caduta di aerei o missili) che potrebbe danneggiare il sarcofago o gli stoccaggi nelle piscine. Per questo sarebbe necessaria e urgente- per tutte le centrali nucleari ucraine - la creazione di una area di rispetto demilitarizzata attorno alla centrale, una area larga almeno 10 km. E meglio ancora, a Chernobyl,  estesa all'intera "zona di esclusione". Che non a caso si chiama così. 

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