Martedì 16 Aprile 2024

Cesare Battisti: "Se sarò estradato in Italia mi uccideranno"

Domani il Supremo tribunale federale eaminerà la richiesta di espatrio. L'ex terrorista dei Pac è condannato al'ergastolo per 4 omicidi

Cesare Battisti (Afp)

Cesare Battisti (Afp)

San Paolo, 14 ottobre 2017 - Cesare Battisti ha detto alla stampa brasiliana che se fosse estradato in Italia verrebbe ucciso. "Gli agenti penitenziari hanno detto che mi ammazzeranno. C'è un odio alimentato in tutti questi anni da una parte dei media e dalle forze politiche italiane. Quelli che vogliono ammazzarmi sono quelli che dovrebbero occuparsi di me in carcere". 

L'ex terrorista dei Pac condannato all'ergastolo per quattro omicidi, domani aspetta la decisione del Supremo tribunale federale, chiamato a riunirsi per esprimersi sulla sua eventuale estradizione in Italia. Battisti ha detto di credere che i giudici si esprimeranno a suo favore, e che comunque teme le rappresaglie del governo e dei politici italiani. 

"Credo che sarà una risposta positiva perché stiamo parlando di legge, e per la legge la mia estradizione sarebbe impossibile. Un decreto dopo cinque anni non può essere revocato. Non so come si potrebbe, effettivamente, passar sopra questo", ha affermato. 

"L'unica paura che ho non è di una decisione della giustizia. Ciò che temo è una operazione illegale con mercenari italiani", ha detto, ricordando di esser stato per due volte oggetto di operazioni illegali ordinate dalle forze di polizia italiane. 

Cesare Battisti fermato, tutte le tappe della vicenda

Battisti era stato arrestato il 4 ottobre nella città di Corumbà, alla frontiera tra Brasile e Bolivia, col sospetto che volesse passarla illegalmente. Gli inquirenti sospettano che stesse tentando di scappare in Bolivia, dopo che l'Italia ha chiesto che venga revocato lo status di rifugiato per estradarlo in Italia per scontare la pena. Secondo gli agenti che lo hanno fermato Battisti ha cercato di attraversare il confine con la Bolivia con 5.000 dollari e 2.000 euro. L'ex terrorista latitante aveva sostenuto davanti al giudice che non era sua intenzione scappare, e il magistrato gli aveva poi concesso la libertà condizionale.

Uscito dal tribunale Battisti, spocchioso, aveva brindato alla liberazione davanti ai giornalisti: "Perché avrei dovuto fuggire? Io sono protetto, il decreto Lula non può essere revocato: sono passati cinque anni".  

Oggi la magistratura brasiliana ha deciso di mantenere in libertà provvisoria Cesare Battisti, sottoponendolo tuttavia all'obbligo del braccialetto elettronico "qualora vi fosse disponibilità del dispositivo". 

Solo ieri Battisti aveva detto alla stampa che se fosse stato estradato in Italia sarebbe stato ucciso. "Gli agenti penitenziari hanno detto che mi ammazzeranno. C'è un odio alimentato in tutti questi anni da una parte dei media e dalle forze politiche italiane. Quelli che vogliono ammazzarmi sono quelli che dovrebbero occuparsi di me in carcere".