Mercoledì 24 Aprile 2024

Cesare Battisti: "Se mi estradano mi consegnano alla morte"

L'ex terrorista, latitante da 36 anni, lancia l'appello: "In Italia sono considerato un mostro"

Cesare Battisti, potrebbe essere presto estradato in Italia dopo 36 anni - Ansa

Cesare Battisti, potrebbe essere presto estradato in Italia dopo 36 anni - Ansa

Brasilia, 12 ottobre 2017  - Gli sviluppi del caso di Cesare Battisti, con il presidente brasiliano Michel Temer che gli ha revocato lo status di rifugiato politico concessogli da Lula, mandano l'ex terrorista su tutte le furie: l'estradizione, commenta, lo consegnerà alla morte. Evidentemente la sicurezza con cui assicurava di essere "protetto" si è sgretolata.

"In Italia sono un mostro". Battisti, che nega la tentata fuga in Bolivia, ha anche ripetuto che il suo arresto, a Corumbà, nello Stato del Mato Grosso del Sud, la scorsa settimana, è stata una montatura. Ma ecco il disperato appello che ha consegnato al quotidiano Estadao: "Non so su cosa si voglia basare il gabinetto giuridico della presidenza perché io possa essere estradato. Non so se il Brasile voglia macchiarsi sapendo che il governo e i media hanno creato questo mostro in Itala. Mi consegneranno alla morte". 

"Perché non ho diritto di restare in Brasile?", si domanda poi Battisti assicurando: "Non ho mai pensato di uscire dal Brasile, ma se avessi voluto farlo non sarei andato in Bolivia, avrei scelto l'Uruguay, perché è un Paese un pò più affidabile ed è dove ho più relazioni".

"L'arresto? Mi stavano aspettando".  Battisti insiste poi nella sua versione sul suo arresto nella città di Corumbà, al confine con la Bolivia. Ai giornalisti di 'Estado' ha ribadito che era su un'auto, in compagnia di due amici, con l'intenzione di "comprare giacche di pelle, vino e materiale da pesca" in quella zona perché "più economico. Ma è evidente che ci stavano aspettando", ha aggiunto l'ex terrorista, secondo cui "da tempo questa operazione veniva organizzata con l'aiuto dell'ambasciata d'Italia a Brasilia. Se non mi avessero preso a Corumbà sarebbe stato a San Paolo o a Curitiba. Il piano era pronto. Qualsiasi pretesto era buono"

Intanto, per evitare nuovi tentativi di fuga, la polizia brasiliana "sta monitorando ogni passo" di Cesare Battisti, riferisce sempre il quotidiano O Estado de S.Paulo, spiegando che gli agenti della Polizia civile hanno ricevuto dalla polizia federale l'ordine di fotografare la casa sul lungomare di San Paolo dove l'ex terrorista, in libertà provvisoria, ha dichiarato di aver stabilito la propria residenza, per confermare la sua presenza. A confermare la notizia, Weslley Franklin de Paula della polizia civile, mentre gli agenti federali non hanno voluto rilasciare commenti. 

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LA DIFESA - Secondo i legali di Battisti, convinti che il Brasile non lo consegnerà all'Italia, la revisione della decisione del presidente brasiliano Michel Temer non è possibile "a causa del lasso di tempo e del fatto che non esiste alcun difetto nella conclusione finale, come riconosciuto dalla stessa Corte suprema federale". Come riporta il quotidiano brasiliano O Globo, secondo la difesa di Battisti, "la prescrizione della richiesta punitiva per i reati attribuiti (a Battisti, ndr) nel Paese di nascita impedisce anche la sua estradizione". "La fiducia - continua il legale - è che il presidente della Repubblica, noto professore di diritto costituzionale, rispetterà le leggi brasiliane anche a fronte di pressioni politiche interne ed esterne".

IL GOVERNO ITALIANO - Il governo italiano ha fatto tutti i passi necessari per l'estradizione di Cesare Battisti? "Assolutamente sì": è la riposta del ministro della Giustizia Andrea Orlando,  che ha sottolineato: "Ora non è il momento di commentare è il momento di lavorare e noi stiamo lavorando con grande determinazione". Da parte sua il ministro degli Esteri, Angelino Alfano esulta: "Vogliamo esprimere rispetto per le decisioni del presidente brasiliano e delle sue valutazioni che attendiamo con grande fiducia". E sottolinea che l'Italia ha fatto "un grande lavoro, di cui non vi do conto, perché meno proclami si fanno in questo momento più probabilità ci sono di arrivare all'obiettivo". Si limita a dire: "Abbiamo fatto un ottimo lavoro, abbiamo contatto i nostri colleghi di governo brasiliani, abbiamo fatto tante azioni, ma adesso dobbiamo esprimere rispetto per le decisioni del presidente brasiliano". 

Intanto la deputata eletta in Brasile, Renata Bueno, ha parlato al telefono con il presidente brasiliano Temer, per "sensibilizzarlo" sul caso Cesare Battisti: lo ha rivelato la stessa parlamentare intervistata dalla radio brasiliana Jovem Pam.

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Cesare Battisti fermato, tutte le tappe della vicenda