Carri armati all'Ucraina, Peskov: "Occidente coinvolto direttamente nella guerra"

Il portavoce del Cremlino: "Con queste forniture le capitali europee e Washington sono coinvolte nel conflitto". Esclusi colloqui tra Putin e Zelensky, "che si stava già preparando alla guerra"

Mosca, 26 gennaio 2023 - L'Occidente è coinvolto direttamente nella guerra in Ucraina con la fornitura di carri armati a Keiv, è quanto ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. La speranza dei Paesi Occidentali di rimanere solo osservatori, sebbene fornitori di armi all'Ucraina per la sua difesa, si sgretola sotto i cingoli dei tank che fino ad oggi proprio l'Occidente aveva rifiutato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky temendo un'escalation fuori dai confini o un attacco in territorio russo degli ucraini. "Le capitali europee e Washington rilasciano costantemente dichiarazioni secondo cui l'invio di vari tipi di armi, compresi i carri armati, non significa in alcun modo il loro coinvolgimento nelle ostilità. Siamo fortemente in disaccordo con questo. A Mosca, questo è percepito come un coinvolgimento diretto nel conflitto e vediamo che questo sta crescendo", ha affermato Peskov.

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Carri armati Abrams (Ansa)
Carri armati Abrams (Ansa)

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Ma ora, o meglio tra qualche mese, gli Abrams e i Leopard 2 arriveranno in appoggio alle forze ucraine, ma ciò non cambierà lo status dell'operazione militare russa in Ucraina, ha sottolineato Peskov. "Tale argomento non è all'ordine del giorno", ha risposto il portavoce del Cremlino alla proposta di un deputato russo, Mikhail Sheremet, di modificare lo status di quella che ufficialmente continua a essere definita in Russia "Operazione speciale" in Ucraina. 

Il portavoce del Cremlino ha poi escluso, arrivati a questo punto, la possibilità di colloqui tra Putin e Zelensky. Peskov ha accusato il presidente ucraino "che da molto tempo si preparava alla guerra". Mosca accusa Zelensky di aver tradito le promesse fatte agli ucraini durante la campagna elettorale perché non ha risolto la questione del Donbass e non ha applicato gli accordi di Minsk. Mentre in realtà "si stava preparando alla guerra", e per lo stesso motivo "ha cessato da molto tempo" di essere un possibile interlocutore di Putin.