Capodanno cinese 2020, la data. Cos'è, quanto dura e come si festeggia

Milioni di cinesi in viaggio per le festività, l'allarme degli esperti: alto rischio di diffusione del coronavirus

Celebrazioni per il capodanno cinese (Attalmi)

Celebrazioni per il capodanno cinese (Attalmi)

Roma, 24 gennaio 2020 - In questi giorni tutti stanno parlando del capodanno cinese, dopo che epidemiologi e virologi hanno lanciato l'allarme: il nuovo virus potrebbe diffondersi a livello mondiale a causa di questa festa, che vedrà muoversi milioni di cinesi, dalla Cina e verso la Cina. A Wuhan, città 'epicentro' del focolaio e di fatto praticamente isolata dal resto del Paese, le autorità hanno cancellato l'evento simbolo. Ma cos'è il capodanno cinese? Ecco tutte le curiosità di una tradizione che ha più di 4mila anni.

Intanto la data: quest'anno il capodanno si festeggia sabato 25 gennaio (l'anno scorso è stato il 5 febbraio, il prossimo sarà il 12 febbraio 2021), giorno in cui i cinesi saluteranno l’anno del Maiale (2019) inaugurando quello del Topo (2020). Il calendario cinese, va ricordato, è lunisolare e i mesi cominciano con ogni novilunio. Di fatto si celebra una fase di transizione, dal vecchio al nuovo. Nei giorni di festività le persone visitano i parenti e si scambiano regali: secondo tradizione, migliore sarà l’inizio dell’anno e molto più prospero sarà il nuovo ciclo lavorativo.

I festeggiamenti, che non si esauriscono in un giorno solo ma vanno avanti due settimane e terminano con la festa delle lanterne: le date variano a seconda del calendario lunare, ma solitamente il periodo è quello compreso tra il 21 gennaio e il 20 febbraio. In quelle due settimane solo sette giorni sono considerati una vera festività, con scuole e uffici chiusi: così in Cina una folla di persone si immerge nel folklore e nelle tradizioni. I due giorni clou sono la vigilia e il capodanno: nel primo caso si cena in famiglia cercando di liberarsi di ciò che è vecchio e potrebbe rovinare il nuovo in arrivo; il giorno dopo si fa visita ai parenti scambiandosi auguri di buon auspicio. Le più importanti sfilate e feste cittadine sono la 'danza del drago' e la 'danza del leone', in scena nei templi o nei parchi.

Alla mezzanotte, come avviene in Occidente, cominciano a esplodere i fuochi artificiali. Nei giorni di festa si è soliti pregare nel tempio, indossare biancheria rossa, evitare di piangere: il rito vuole che non ci si lavi i capelli nel primo giorno dell'anno e non di pulisca casa nei primi due giorni. La superstizione prosegue a tavola, con una cura maniacale nel preparare ogni pietanza: i piatti vengono portati in tavola in base al loro significato profondo e seguendo un ordine preciso. Il pesce è sinonimo di abbondanza (soldi e fortuna): sarà il piatto che andrà consumato per ultimo. Il raviolo rappresenta la ricchezza: ci sarà chi inserirà una monetina di rame dentro al ripieno, per far sognare la fortuna a chi lo troverà. La torta di riso simboleggia l’aumento e la crescita; gli spaghetti la felicità e lunga vita; le palline di riso dolci lo stare insieme in famiglia. La tavola, poi, viene riempita di frutti: mandarini, arance e pomeli.

Nelle megalopoli il culto degli antenati e le celebrazioni tradizionali stanno lasciando spazio ad attrazioni più tecnologiche e commerciali. A Pechino, Hong Kong, Guangzhou e Shanghai si organizzano spettacoli, mercatini e fiere tra il religioso e il profano. La capitale è specializzata nello street food, in opere teatrali e show acrobatici. A Guangzhou c'è la festa del fiore, con composizioni da mille e una notte. A Shanghai i super fuochi artificiali illuminano l’acqua. Hong Kong vive una situazione a sé: nella città elementi vecchi e nuovi si mescolano creando una tradizione unica. Nelle sue vie gli spettacoli e la scenografia sono considerate le più belle al mondo per gli intenditori: parate, sfilate, fuochi d’artificio e una marea di persone rendono elettrica l'atmosfera del centro.

In Italia il capodanno cinese ha il suo cuore a Milano: la comunità cinese nel quartiere di Chinatown organizza tutto. Via Paolo Sarpi è invasa da musiche, colori e una parata in costume, con italiani e cinesi che indossano i panni di leoni, dragoni e altre figure legate alla tradizione culturale cinese. A teatro e all’Istituto Confucio di Milano eventi, laboratori per bambini e spettacoli speciali. Anche nel resto del mondo le varie Chinatown delle città sono il fulcro per i festeggiamenti: da Parigi a Londra, da Amsterdam a San Francisco (forse la più grande comunità), da Bangkok a Sydney.