"Cancellate la mamma di Harry Potter". La folle crociata del New York Times

Campagna di marketing del quotidiano Usa: "Il maghetto deve esistere senza la sua autrice". Molti lettori si ribellano. Rowling è considerata transfobica per aver difeso l’identità sessuale delle donne

JK Rowling, scrittrice britannica, 56 anni, 'mamma' della saga di Harry Potter

JK Rowling, scrittrice britannica, 56 anni, 'mamma' della saga di Harry Potter

JK Rowling deve sparire. Salviamo Harry Potter ma cancelliamo definitivamente la sua autrice. È la proposta del New York Times che – raggiungendo l’apice della cancel culture – lancia la sua campagna abbonamenti con cartelloni elettronici che invitano i lettori a "immaginare Harry Potter senza la sua creatrice". Il piccolo mago non si può fare fuori – troppo popolare, ci è cresciuta un’intera generazione – ma la sua "mamma" sì. E del resto se le madri reali devono sparire – come nei contratti di maternità surrogata – anche JK Rowling può diventare un semplice contenitore di passaggio, e Harry Potter potrà vivere di vita propria, affidato a testi apocrifi di genitori “adottivi”.

In cerca di pubblico woke (risvegliato) il grande quotidiano americano affonda definitivamente la scrittrice britannica a causa della sua supposta transfobia: pervicacemente convinta del fatto che il sesso biologico è un fatto reale e che il nome delle donne è donne e non mestruatori, da molto tempo Rowling è nel mirino dei transattivisti che le tendono perfino agguati fin sotto casa. "Con le minacce di morte che ho ricevuto". ha detto "potrei tappezzarci casa".

Non è detto che la campagna del New York Times non si riveli un boomerang. Qualche risvegliato magari si abbonerà, ma sono molti i lettori che minacciano la disdetta. "Ho cancellato il mio abbonamento @nytimes perché ha provato a cancellare @jk_rowling", ha twittato qualcuno. E altri: "Stiamo cercando di immaginare il NY Times senza il suo reparto marketing, senza i suoi editori, senza i suoi proprietari, senza i suoi editorialisti di Op-Ed e senza la sua fedele base di abbonati". Ancora: si sta "cercando di cancellare una donna creativa. Andate uomini. Vai oppressione. Vai originalità". Addirittura: "Si immagina che @jk_rowling svanisca magicamente in uno sbuffo di polvere di folletto, o si sta pensando a una scomparsa più simile a quella di Jimmy Hoffa?" (Hoffa è il sindacalista americano misteriosamente scomparso nel 1975, ndr).

Le parole, come si dice, sono pietre, e potrebbero convincere qualcuno dei detrattori di Rowling a passare all’azione. Per finire: "Nemmeno l’offerta di un abbonamento annuale a $ 0,25 a settimana è riuscita a convincermi a stare con un giornale che è così sprezzante nei confronti delle donne da celebrare la cancellazione di un’autrice nelle sue pubblicità". La questione trans e la libera identità di genere sono al centro della wokeness dell’amministrazione Biden, nonché uno dei principali territori di contesa politica negli Stati Uniti.

Uno dei primissimi atti del neoeletto presidente è stato autorizzare la partecipazione di atlete trans – con il corpo maschile – agli sport femminili. Sulla transizione dei minori (terapia farmacologica precoce e chirurgia: la cosiddetta prassi affermativa) è guerra continua. Le madri si organizzano (Mummy for Liberty) contro le gender theory nelle scuole. Temi sui quali i democratici hanno già clamorosamente perso la Virginia e rischiano alle elezioni di mid-term il prossimo 8 novembre, mentre i trumpiani si fregano le mani. La cancellazione di JK Rowling ha tutta l’aria di essere l’acuto definitivo, ammesso che la scrittrice non decida di perseguire legalmente il New York Times per la sua improvvida iniziativa: è ricchissima, può permetterselo.