Sua Maestà Camilla, regina consorte. La rivale di Diana conquista il trono

Amata solo da Carlo, convince gli inglesi fino a guadagnare la stima di Elisabetta. Che ha voluto la sua nomina

A sinistra, re Carlo III e la regina consorte, Camilla, al loro arrivo, ieri a Londra

A sinistra, re Carlo III e la regina consorte, Camilla, al loro arrivo, ieri a Londra

Da rottweiler, come la chiamava Diana, a Queen consort. Da donna più odiata d’Inghilterra a stimata sovrana. Camilla Shand, (Parker Bowles in prime nozze) prima paria, ora moglie del Re, deve meravigliarsi anche lei da questa metamorfosi che ha impiegato anni a realizzarsi e vede adesso la mai bella, ma cordiale gentildonna di campagna, amante del Principe Carlo nei panni di una decorosa anziana moglie in cappottino, cappello e borsetta, seduta a fianco del trono.

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Molto inglese , come il te alle 5 e il Big Ben e per questo amata da alcuni e tollerata da molti. Nessuno, però, può negarle il coraggio, l’abnegazione, l’amore per Carlo: sono palesi. Dopo le contrastatissime nozze nel 2005, Camilla ha lavorato duramente per farsi accettare. Non ha preteso di farsi chiamare Principessa di Galles, non ha mai avuto uno scatto, non ha mai dato un problema. E ha convinto persino Elisabetta – che per anni l’ha avuta come il fumo agli occhi– di essere la donna giusta per Carlo e per il Paese. Perché una qualità della Regina era di essere pragmatica e alla prova dei fatti ha cambiato idea. Quando ha visto che il figlio era felice, che la gente si abituava alla nuove moglie, che il lavoro di Camilla a favore delle donne maltrattate e della diffusione della cultura funzionava, ha iniziato a stimarla. E alla fine le ha concesso l’ordine della Giarrettiera, onore mai attribuito a Diana. Inoltre ha deciso di caldeggiare la sua nomina a Regina consorte per iscritto, levando un grande argomento ai detrattori dell’ex rottweiler.

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Elisabetta ha anche voluto ribadire la parità di diritti dei divorziati nonostante la sua posizione di capo della Chiesa Anglicana e la sua contrarietà al divorzio. Camilla è una seconda moglie ma lo è legittimamente secondo le leggi inglesi. E nel paese ci sono milioni di uomini e donne nella sua posizione. Se il coniuge ha un diritto, lo hanno anche loro. Carlo è re, lei è regina. Il resto è storia di oggi. Carlo e Camilla, in realtà, avrebbero dovuto sposarsi da giovani poco dopo i 20 anni, quando vennero separati a forza.

Lei veniva giudicata inadatta al ruolo a Palazzo perché non più vergine. Confusi dalle critiche, presero strade diverse per ritrovarsi qualche anno dopo. Lei, che da giovane era stata graziosa, era calda, cordiale e infelice in un matrimonio non riuscito. Lui la amava da sempre. Persero la testa. La storia d’amore si fermò per poco, dopo il matrimonio di Carlo e Diana per riprendere nel 1985 quando Carlo definì l’amante un punto ‘non contrattabile’ della sua vita. Per Camilla, denunciata pubblicamente da Diana come rovinafamiglie, iniziarono anni di persecuzioni, aggressioni, fughe. Un giorno fu cacciata da un supermercato dove donne inferocite le tirarono dei panini. Quando Diana morì, dovette scappare in Spagna per sottrarsi alla gente che la assediava in casa protestando. Avvilita, si curava poco e vestiva peggio, sempre incerta del proprio destino. Mai sicura di non venire sacrificata alla ragione di Stato. Le foto ce la mostrano spettinata, sgualcita, rugosa. Dopo la morte di Diana, però, Carlo – finalmente con le idee chiare – assunse Mark Bolland, un curatore d’immagine col compito di fare accettare Camilla agli inglesi. Un’uscita oggi, un vestito domani, prima un piccolo ruolo, poi uno maggiore, fino al successo.

In 20 anni Camilla è rimasta la cavallerizza spettinata di cui Carlo si era innamorato da ragazzo ma ha acquisito modi, ruolo e dignità in una ascesa irresistibile. Unico neo: la regina non volle assistere al loro matrimonio e si vestì di bianco alla festa come a sgridare la sposa. Un rimprovero neanche troppo sottovoce prima di imparare a conviverci. E consegnarle la metà del trono.

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