Sabato 20 Aprile 2024

Russiagate, Mueller indaga su legami tra Trump e Cambridge Analytica

Il procuratore speciale che investiga sulle possibili influenze di Mosca nelle elezioni Usa, è interessato al caso della società che avrebbe usato i dati personali degli utenti Facebook. Trump: ok a parlare con Mueller, e il suo avvocato lascia

Robert Mueller, procuratore speciale che indaga sul Russiagate (Afp)

Robert Mueller, procuratore speciale che indaga sul Russiagate (Afp)

New York, 22 marzo 2018 - Il caso di Cambridge Analytica finisce nel pentolone delle indagini sul Russiagate. Il procuratore speciale Robert Mueller vuole capire se esiste un possibile legame tra le ipotizzate influenze di Mosca nelle elezioni Usa, la società Cambridge Analytica e il presidente eletto.

La Cambridge Analytica, un'azienda britannica di consulenza e per il marketing online, è finita nell'occhio del ciclone per aver usato i dati personali di 50 milioni di utenti Facebook a fini politici. Gli investigatori mandati da Mueller hanno sentito alcuni ex manager della campagna del tycoon per capire il metodo: come hanno acquisito i dati e come li hanno utilizzati per le elezioni del 2016.

La talpa: "C'era Bannon dietro Cambridge Analytica"

Interrogati gli esperti del team della campagna di Trump che si occupavano della gestione dei dati, e alcuni analisti del partito repubblicano. L'azienda Gb ricevette poco meno di 6 milioni di dollari per le sue prestazioni dalla campagna per Trump presidente durante il  2016. Mueller vuole anche acquisire tutte le e-mail dei dipendenti della Cambridge Analytica che hanno lavorato con la campagna di Trump.

Tutto questo mentre Donald Trump ha ribadito di voler testimoniare davanti al procuratore speciale sta indagando sul Russiagate, anche se poi minaccia una sua possibile ostruzione alla giustizia. E non a caso oggi si è dimesso dal team legale che affianca il presidente sul Russiagate, John Dowd, l'avvocato che guidava i negoziati con Mueller per organizzare la testimonianza del presidente. Lo riporta il New York Times. A dividere il tycoon dal suo avvocato c'è proprio l'ipotesi che il presidente parli con l'ufficio di Mueller. Dowd sarebbe assolutamente contrario, mentre Trump continua a ripetere pubblicamente di poterlo fare senza problemi.

Dowd, che ha assunto l'incarico nella scorsa estate, avrebbe più volte pensato di dimettersi, visto che Trump continua a ignorare i suoi consigli. Per ultimo quello dell'interrogatorio con Mueller, proprio in un periodo in cui il presidente continua ad attaccare direttamente in pubblico il procutratore speciale.