Parigi, 2 luglio 2025 – Il 30 giugno la Francia ha registrato il record storico di temperature per una giornata di giugno: una media di 28,14°C, quasi 8°C in più rispetto alla media del periodo di riferimento (1991–2020). Si tratta del picco più intenso dal 1947, anno in cui Météo-France ha iniziato a registrare sistematicamente i dati sulle temperature. Dall’estate del 2003 a quella del 2025, le ondate di caldo sono ormai la principale minaccia climatica per la Francia. Delle ultime 50 ondate di caldo dal 1947, ben 33 si sono verificate a partire dal 2000. Secondo Météo-France, non è solo la frequenza a preoccupare, ma anche il fatto che le ondate di caldo siano più precoci, più intense, più durature e colpiscano porzioni di territorio sempre più vaste. Lunedì 1° luglio, su 96 dipartimenti della Francia metropolitana, ben 68 erano in allerta arancione e 16 in allerta rossa: una situazione senza precedenti.

I morti
Quando le temperature restano così elevate per un periodo prolungato — in particolare la notte, quando non scendono sotto i 25°C — l’impatto più grave riguarda la salute umana, soprattutto delle persone anziane. Nel 2019, le ondate di caldo hanno causato la morte di 345.000 persone over 65 nel mondo, un aumento dell’80% rispetto a vent’anni prima. In Francia, tra il 2014 e il 2022, sono 32.658 i decessi imputabili al caldo estremo.
Blackout
Un secondo problema riguarda le infrastrutture: l’asfalto, per esempio, assorbe e trattiene il calore, raggiungendo temperature prossime ai 60°C, capaci di deformare il manto stradale sotto il peso dei veicoli. Anche la produzione di elettricità è a rischio: il caldo estremo può portare all’arresto preventivo delle centrali nucleari situate lungo i corsi d’acqua. È il caso della centrale di Golfech in questi giorni, nei pressi di Tolosa, dove l’acqua della Garonna, utilizzata per raffreddare gli impianti, ha superato i 28°C.
Incendi e siccità
Il terzo problema è il rischio di incendi: il caldo aumenta l’evapotraspirazione delle piante, rendendole più secche e quindi combustibile ideale. Come è accaduto nel dipartimento dell’Aude, dove un incendio di origine umana, causato da un barbecue e amplificato dal caldo torrido, ha bruciato 400 ettari di foresta. L’ultimo impatto principale identificato da Météo-France riguarda le risorse idriche: il caldo accresce le tensioni legate all’uso dell’acqua potabile — un problema particolarmente sentito in Francia, dove il raffreddamento delle centrali nucleari e l’elevato fabbisogno dell’agricoltura intensiva competono con gli usi domestici.
Dal 2003 a oggi, il ritardo francese
A ogni nuova ondata di caldo, riemerge nel dibattito pubblico e politico il ricordo della "canicule" del 2003: un’ondata estrema, che rischia di diventare la norma nei prossimi decenni. All’epoca, traumatizzata dalla morte di quasi 20.000 persone, la Francia adottò una serie di misure preventive. Ma nonostante ciò, il Paese non ha ancora saputo colmare il ritardo. La maggior parte degli edifici non è sufficientemente isolata: un alloggio su tre è considerato un “bollitore termico”, e in molti ospedali i gruppi frigoriferi sono installati all’esterno, con una soglia di funzionamento che si ferma a 43°C. Anche il mondo del lavoro è esposto: se da un lato il telelavoro è stato incentivato, dall’altro, in settori come l’edilizia, lavorare con temperature vicine ai 40°C può essere potenzialmente letale. Alla luce di questo ritardo, i consigli condivisi dal presidente Emmanuel Macron sui propri profili social — “mangiate alimenti freschi ed equilibrati”, “bagnate il vostro corpo”, “chiedete regolarmente notizie delle persone più fragili” — sono come una goccia nell'oceano.