Olimpiadi, bufera sul campione iraniano di tiro. "Via la medaglia: è un terrorista"

Il vincitore nella pistola è accusato di essere un pasdaran. "Falso, sono soltanto un infermiere"

Javad Foroughi, 42 anni, sostiene di aver curato i malati Covid nel suo Paese

Javad Foroughi, 42 anni, sostiene di aver curato i malati Covid nel suo Paese

Infermiere o terrorista? Salvatore dei connazionali malati di Covid – come ha dichiarato quando ha vinto l’oro olimpico: "La mia gara più bella è stata quella di aiutare le persone infette a guarire" – o miliziano delle teste di cuoio più agguerrite del mondo, la brigata Al Quds dei pasdaran iraniani, e quindi per dichiarazione stessa delle organizzazioni internazionali, terrorista? Javad Foroughi, 42 anni a settembre, ha vinto a Tokyo 2020 la medaglia d’oro nella pistola ad aria compressa da 10 metri, ma United for Navid chiede che il Comitato Olimpico Internazionale gliela tolga. In caso contrario sarebbe "complice nella promozione del terrorismo e dei crimini contro l’umanità. Assegnare una medaglia d’oro a un membro di un’organizzazione terroristica è un terribile affronto agli atleti e agli ideali olimpici e lascia un grave segno nero sul Cio".

Il programma del 31 luglio: le gare da seguire

Il secondo classificato, il serbo Damir Mikec, ha chiesto un’indagine. United for Navid è stata creata dopo che Navid Afkari, lottatore iraniano, era stato giustiziato per avere chiesto una carta etica per gli atleti olimpici. Il gruppo vuole coinvolgere il Cio in un’inchiesta che dovrebbe portare all’esclusione dell’Iran dai Giochi e da ogni manifestazione sportiva internazionale. Foroughi, ufficialmente infermiere, sarebbe invece un membro "effettivo e di lunga data" del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, istituito dopo il 1979 dalla Guida suprema a cui risponde.

Il medagliere: l'Italia torna 15esima. Cina sempre in testa

E all’interno dei Guardiani della Rivoluzione farebbe parte delle forze speciali di Al Quds, i più preparati e spietati fra i Pasdaran, che vengono impiegati anche per azioni di guerra e spionaggio in terra straniera. Teste di cuoio che nel nome hanno tutto un programma: Al Quds in arabo è Gerusalemme e per Teheran, dopo la caduta dello Scià, il principale obiettivo è quello di riconquistare la capitale di Israele al territorio arabo eliminando gli ebrei. Un obiettivo lontano dall’essere raggiunto, ma che troppi non solo in Iran ritengono sia giusto perseguire. "Che Foroughi possa fare parte delle forze speciali – dice una fonte molto accreditata – è più che probabile, come che la sua presenza al villaggio olimpico possa essere considerata anche un’infiltrazione per propagare la causa islamista".

Foroughi ha conquistato un po’ a sorpresa la medaglia d’oro. Prima di Tokyo come risultati più importanti aveva due bronzi ai campionati asiatici, uno individuale alla stessa arma e uno nella gara a squadre. Contro l’atleta iraniano si è schierato anche il campione olimpico di Londra 2012, e argento a Pechino 2008 nella pistola, il tiratore coreano Jin Jong-oh, che ha espresso la sua obiezione al Comitato Olimpico Internazionale definendo l’assegnazione dell’oro a Foroughi una "pura assurdità". Ma non è solo la presunta appartenenza di Foroughi alla brigata Al Quds, inserita nel 2019 dagli Stati Uniti nelle organizzazioni terroristiche da combattere ovunque agiscano, quanto la politica sportiva stessa dell’Iran che spinge a chiederne l’esclusione dai Giochi. Teheran ha impedito ai suoi atleti – come hanno fatto le federazioni di altri Paesi islamici – di affrontare nelle competizioni atleti israeliani. E ciò con lo spirito olimpico c’entra davvero poco.