Venerdì 19 Aprile 2024

Brexit, oggi è il giorno del voto: cosa succede se non passa l'accordo

Alle 19 (ore 20 italiane) la Camera dei Comuni vota sull'accordo negoziato da Theresa May per l'uscita dall'Unione europea. I pronostici per la premier conservatrice sono quasi tutti negativi

Gran Bretagna: tanti cittadini UE vogliono rimanere anche dopo la Brexit

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Londra, 15 gennaio 2019 - Oggi è il giorno decisivo per il futuro della Brexit. Questa sera, infatti, la Camera dei Comuni a partire dalle ore 19 locali (20 in Italia) sarà chiamata a votare per approvare o bocciare l'accordo negoziato da Theresa May per l'uscita dall'Unione Europea. 

PRONOSTICI - Pronostici negativi per la premier conservatrice, dal momento che molti esponenti del suo partito hanno espresso l'intenzione di votare contro l'accordo, insieme ai membri dell'opposizione. Per molti osservatori, si tratterà solo di valutare la dimensione della sconfitta della May. 

GLI ORARI DEL VOTO - Nel pomeriggio il dibattito a Westminster riprenderà con un intervento dell'attorney general, Geoffrey Coz. E alle 18:30 locali sarà chiuso dalla premier che - dopo gli appelli di ieri a "non tradire" la volontà popolare espressa nel referendum del 2016 - si prevede sia intenzionata a riproporre il suo accordo come l'unica garanzia concreta per attuare la Brexit, senza rischiare un 'no-deal'. Le procedure di voto inizieranno poi alle 19 (20 in Italia) e l'esito è atteso entro una mezz'ora.

FOCUS Cosa rischia Theresa May

COSA SUCCEDE SE L'ACCORDO NON PASSA - Se il testo dell'accordo verrà respinto dalla Camera dei Comuni, uno degli scenari possibili è quello di una Brexit senza accordo, il cosiddetto 'no-deal'. A temerlo in particolare gli ambienti economici, con lo spettro di un crollo della sterlina e di un aumento della disoccupazione. In caso di no-deal, le relazioni economiche fra Regno Unito e Ue sarebbero regolamentate dalle norme dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e dovrebbero essere introdotti una serie di controlli doganali e di regole. Prospettiva: carenza di medicine, code record nei porti, aerei a terra, rallentamento della crescita. Una prospettiva respinta dai 'Brexiteers' più accaniti, secondo i quali ci vuole una politica commerciale indipendente e "meglio un no-deal che un cattivo accordo".

COSA SUCCEDE SE L'ACCORDO PASSA - Se la Camera dei Comuni dice sì all'accordo seguirà un'uscita ordinata del Regno Unito dall'Unione europea. Il 29 marzo del 2019, data del divorzio, si aprirà un periodo di transizione post Brexit che dovrebbe durare fino alla fine del 2020, durante il quale non cambierà quasi nulla. L'accordo regolamenta il conto che Londra dovrà pagare all'Ue per onorare i suoi impegni e definisce i diritti dei cittadini Ue nel Regno Unito e di quelli britannici in Ue. Il punto più controverso riguarda il cosiddetto 'backstop', disposizione destinata a evitare il ritorno di una frontiera fisica tra l'Irlanda e la provincia britannica dell'Irlanda del Nord, per preservare l'accordo di pace sull'isola. Il backstop prevede la creazione di un "territorio doganale unico" che inglobi l'Ue e il Regno Unito, con un allineamento più spinto per l'Irlanda del Nord, che si applicherà in caso di fallimento dei negoziati sui futuri rapporti commerciali tra Londra e i 27.