Martedì 16 Aprile 2024

Brexit, oggi a Londra il voto sul 'no deal'. Ue: "Basta trattative"

In caso di uscita senza accordo, Londra intende ridurre i dazi e le tariffe all'ingresso del Paese. Il Parlamento europeo vara misure d'emergenza: tra queste il proseguimento del programma Erasmus+

Theresa May (Ansa)

Britain's Prime Minister Theresa May speaks to lawmakers in parliament, London, Tuesday March 12, 2019.

Londra, 13 marzo 2019 - All'indomani del nuovo no di Westminster al piano sulla Brexit di Theresa May, Londra si prepara ora al cosiddetto 'no deal'. Oggi i parlamentari britannici voteranno sulla possibilità che la Gran Bretagna lasci l'Unione europea tra due settimane senza un accordo. In questo caso Londra ha già annunciato che intende ridurre drasticamente i dazi e le tariffe all'ingresso del Paese. Nel frattempo Bruxelles rimane in attesa perché, come ha detto il capo-negoziatore dell'Ue sulla Brexit Michel Barnier, "la responsabilità ora è esclusivamente britannica. E se Londra continua a vuole uscire" l'accordo negoziato "è e resterà l'unico trattato disponibile. Abbiamo fatto tutto ciò che potevamo fare". 

Nessuna possibilità di proroga da parte dell'Unione europea. "Per fare che?", si chiede Michel Barnier durante la sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. "I negoziati sull'articolo 50 sono finiti: il trattato c'è, è qui", spiega il capo-negoziatore di Bruxelles. Adesso "il rischio di un 'no deal' non è mai stato così grande - aggiunge -, chiedo di non sottovalutarlo. Invitiamo in modo solenne tutte le parti interessate a prepararsi. Noi non abbiamo mai lavorato per una uscita senza accordo ma siamo pronti ad affrontare questa situazione". 

E il primo passo di Londra in caso di 'no deal' è stato annunciato stamani dal ministro britannico per il Commercio, George Hollingbery: la Gran Bretagna intende tagliare i dazi e le tariffe all'ingresso del Paese. In particolare, spiega il ministro, le tariffe d'importazione saranno tagliate fino all'87%. Le nuove norme - aggiunge - entreranno in vigore la sera del 29 marzo, se non si riuscirà a varare entro quella data un accordo per l'uscita "regolata" con l'Ue oppure se non passerà il rinvio della Brexit. Il sitema sui dazi, inoltre, sarà in vigore per 12 mesi in modo da evitare un improvviso balzo in alto dei prezzi di prodotti provenienti dalla Ue che andrebbe a colpire i consumatori britannici e per garantire la catena di approvvigionamento. Secondo i piani, Londra rinuncerà a controlli di dogana al confine con l'Irlanda. 

Il Parlamento europeo nel frattempo ha approvato una serie di misure d'emergenza in caso di una Brexit 'no deal'. L'aula, in particolare, ha dato il via libera a quattro relazioni: la prima per un'autorizzazione all'export di determinati prodotti dell'Ue verso il Regno Unito e l'Irlanda del Nord. La seconda sul proseguimento del programma Erasmus+, la terza su alcuni aspetti della sicurezza aerea, la quarta con una deroga per proseguire i programmi di cooperazione PEACE IV e Regno Unito-Irlanda alla frontiera nordirlandese. 

Intanto Theresa May ha ribadito nel Question Time settimanale alla Camera dei Comuni l'impegno per una Brexit concordata, confermando il suo voto contro il 'no deal' nella mozione prevista per stasera a Westminster. La premier ha tuttavia insistito che rifiutare il 'no deal' non basta a scongiurarlo e ha rivendicato al suo governo di aver sempre lavorato per far uscire il Regno Unito dall'Ue con un buon accordo il 29 marzo.