Martedì 16 Aprile 2024

Brexit, May chiede rinvio al 30 giugno. L'Ue propone 12 mesi

Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk favorevole a una soluzione "flessibile"

Theresa May (Ansa)

Theresa May (Ansa)

Londra, 5 aprile 2019 - Caos Brexit senza fine. Dopo l'approvazione della Camera dei Comuni della legge anti-no deal, oggi la premier britannica Theresa May chiede all'Unione europea un rinvio fino al 30 giugno dei termini per l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea. Una richiesta di proroga che arriva nel giorno in cui il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk valuta - a detta di alcune fonti Ue citate dalla Bbc - una soluzione alternativa e "flessibile" all'uscita della Gran Bretagna: ossia un rinvio di addirittura 12 mesi oltre la data fissata. 

PERCHE' SI RINVIA ANCORA? - Finora Londra e Bruxelles - partendo dalla data iniziale del 19 marzo - avevano raggiunto l'accordo di una estensione fino al 12 aprile, che sarebbe stata portata al 22 maggio in caso di approvazione a Westminster dell'accordo raggiunto tra la May e l'Ue. Tuttavia, l'accordo è stato respinto per ben tre volte dalla Camera dei Comuni. E l'ipotesi 'no-deal', ossia l'uscita senza accordo del Regno Unito dall'Unione europea, si è fatta più concreta. Ma ieri, per evitare tutto ciò, è stato approvato (con un solo voto di scarto: 313 sì e 312 no) il disegno di legge che obbliga il governo di Theresa May a chiedere un'ulteriore proroga all'Ue in caso di rischio di divorzio senza accordo. 

LA LETTERA - Per sbloccare lo stallo, la premier Theresa May punta ora a un compromesso. Lo conferma nella missiva inviata oggi all'Ue in cui indica l'obiettivo o di "un approccio unico" concordato con il Labour, o altrimenti di un voto multiplo alla Camera dei Comuni su una serie di opzioni con l'impegno del governo a far sua quella preferita. "Non si può consentire che l'impasse continui", scrive la premier Tory: "essa crea incertezza e danneggia la fiducia nella politica". Inoltre, c'è la questione elezioni europee da affrontare. Il governo britannico punterebbe alla Brexit con accordo entro il 22 maggio in "modo da non partecipare alle elezioni europee". Ma se questo non dovesse essere possibile - si legge ancora nella lettera inviata a Bruxelles - Londra "sta portando a termine i preparativi per fissare le elezioni europee" perché "giuridicamente obbligata". 

LA SOLUZIONE FLESSIBILE DI TUSK - La soluzione alternativa e "flessibile" del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk - come riportano fonti Ue citate dalla Bbc - consiste nel rimandare ulteriormente la Brexit fino a 12 mesi oltre la data fissata. Un arco di tempo che consentirebbe al Parlamento britannico di riuscire ad approvare e a ratificare l'accordo di recesso dall'Ue. Questa soluzione, che dovrà essere accettata dai leader europei al vertice straordinario della prossima settimana, "andrebbe bene sia all'Ue che al Regno Unito" - sostiene la fonte Ue - perché potenzialmente eviterebbe a Bruxelles di dover affrontare richieste britanniche per più estensioni brevi ogni poche settimane. Secondo indiscrezioni provenienti da Bruxelles tale soluzione sarebbe compatibile con la richiesta della May di rinvio al 30 giugno. 

LA RISPOSTA DELL'UE - Posticipare la Brexit al 30 giugno? "Saranno i leader dell'Ue, al vertice di mercoledì, a rispondere alla richiesta" della May, afferma il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas. Per quanto riguarda la soluzione "flessibile", invece, "abbiamo visto" queste indiscrezioni, ma non si tratterebbe di una proposta avanzata dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, bensì - a detta del portavoce - "di un alto funzionario". La risposta definitiva, dunque anche in questo caso, è attesa per il summit di mercoledì. 

QUINDI COSA SUCCEDE ORA? - Al momento, comunque, la posizione ufficiale dell'Unione europea è quella indicata dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker: se il Regno Unito è in condizioni di approvare l'accordo sul ritiro ordinato raggiunto con la Ue, ok per una proroga della Brexit al 22 maggio. Ma Londra dovrà chiarirlo entro il 12 aprile, che attualmente è la data limite stabilita. Manca una settimana esatta. E ormai le soluzioni sembrano essere due: 'hard Brexit' dalla mezzanotte del 12 aprile, o un nuovo rinvio di lunga durata.