Martedì 23 Aprile 2024

Brexit, cosa succede se il Parlamento britannico boccia l'accordo

Londra, nella peggiore delle ipotesi: rinegoziazione, sfiducia, elezioni anticipate. L'alternativa è il rinvio della separazione dall'Europa

Theresa May annuncia il rinvio dell'accordo sulla Brexit (Ap)

Theresa May annuncia il rinvio dell'accordo sulla Brexit (Ap)

Londra, 10 dicembre 2018 - Vacilla l'accordo sulla Brexit tra il governo May e Bruxelles. Oggi la premier britannica ha rinviato il voto in Parlamento, senza fissare una data, annunciando altresì che si recherà a Bruxelles per negoziare (nuovamente) alcuni punti con la Ue. Così com'era, il testo sarebbe stato respinto, ha ammesso Theresa May.  Qualora l'Aula dovesse bocciare l'intesa tecnica, o in caso di emendamenti che avrebbero la stessa conseguenza di un no secco, entro 21 giorni il governo dovrà presentare un nuovo piano di azione. Questi i sei scenari possibili.

NO DEAL. Se il Parlamento inglese dovesse respingere l’accordo, significa che acconsente al no deal: alla data prevista del 29 marzo 2019, la Gran Bretagna lascerà l’Unione Europea senza alcuna intesa. Il Parlamento può anche sfiduciare il governo May.

MODIFICHE. Per eludere il principio in base al quale non si può sottoporre in una singola sessione due volte la stessa questione, il governo dovrebbe concordare con la Ue qualche piccola modifica all’accordo, da sottoporre nuovamente ai deputati a data da stabilire dal presidente del Parlamento.

VIDEO. Verso la catastrofe del divorzio senza accordo

NEGOZIAZIONE. Questa è l’ipotesi caldeggiata dall’opposizione e dai falchi della Brexit: con una rinegoziazione minima, il governo potrebbe ripresentare il testo aggiornato al Parlamento per un nuovo voto entro poche settimane. In caso di rinegoziazione allargata, il governo britannico deve chiedere alla Ue un rinvio della Brexit, richiesta sottoposta al voto vincolante di tutti gli Stati membri europei, e poi deve far modificare l’exit day nell’Atto di ritiro dalla Ue. Poi il nuovo testo verrebbe riproposto al Parlamento.

ELEZIONI ANTICIPATE. May chiede un ritorno alle urne per ricevere un nuovo mandato politico. Serve in questo caso il via libera di due terzi del Parlamento. Di conseguenza, il voto potrebbe essere convocato 25 giorni dopo il consenso della camera e sarebbe necessaria anche una proroga dell’articolo 50. Invece se il Parlamento dovesse respingere la convocazione del voto anticipato, il governo dovrebbe riconsiderare le altre opzioni.

SFIDUCIA. Se viene presentata e approvata una mozione di sfiducia, la premier May dovrà rassegnare le dimissioni. Se emerge una alternativa chiara, si nomina un nuovo premier, altrimenti entro 14 giorni lo stesso governo verrà sottoposto a un secondo voto. Se l’esecutivo viene nuovamente sfiduciato, si andrà a elezioni anticipate.