Brasilia, 11 gennaio 2023 - In Brasile torna l'allarme per nuove possibili proteste da parte dei sostenitori dell'ex presidente Jair Bolsonaro. Il giudice della Corte suprema (Stf), Alexandre de Moraes, ha proibito l'occupazione e il blocco di strade o autostrade, nonché qualsiasi manifestazione organizzata davanti agli edifici pubblici, dopo che gruppi di estrema destra hanno convocato sui social una "mega-manifestazione nazionale per la ripresa del potere" nella capitale federale Brasilia e in altri capoluoghi del Paese. Brasile, Bolsonaro indagato: sotto inchiesta per l'assalto alle istituzioni È stata poi prolungata per altri dieci giorni la presenza della forza nazionale sulla spianata dei ministeri, dove si trova il quartier generale dei tre edifici presi d'assalto domenica scorsa (presidenza, parlamento e Corte suprema). Che cosa può accadere a Bolsonaro: dal ritorno in Brasile alle mosse di Lula Intanto la Corte suprema brasiliana ha ordinato l'arresto di due alti funzionari della sicurezza nella capitale: Anderson Torres, ex ministro della Giustizia sotto Bolsonaro e capo della pubblica sicurezza del distretto federale di Brasilia, e il colonnello Fabio Augusto, comandante della polizia militare del distretto. Il segretario esecutivo del ministero della Giustizia, Ricardo Cappelli, lo ha annunciato su Twitter affermando di aver esonerato tutti i vertici delle forze di sicurezza di Brasilia, accusati di comportamento omissivo in occasione dell'assalto ai palazzi del potere. Tra i congedati vi sono il comandante della Truppa d'assalto, il maggiore Gustavo Cunha; il capo del dipartimento delle operazioni, colonnello Eduardo Naime; il segretario esecutivo e commissario della polizia federale, Fernando Souza Oliveira, e Marília Ferreira de Alencar, sottosegretaria all'Intelligence. Torres, dal canto suo, ha annunciato che rientrerà in patria in anticipo nella convizione della sua innocenza. "Credo nella giustizia brasiliana e nella forza delle istituzioni. Sono sicuro che la verità prevarrà", ha sottolineato sempre sui social. "Vorrei pensare a qualcosa di minore del golpe, che sia stata opera di un gruppo di squilibrati", ha detto invece il presidente Luiz Inacio Lula da Silva. "Sono atti di una minoranza che continua a credere nella menzogna di brogli alle elezioni e che non vuole accettare il fatto che la nostra urna elettronica è la più perfetta al mondo", ha aggiunto Lula, che ha sconfitto Bolsonaro al ballottaggio. "Avrei voluto evitare l'intervento federale, ma questa gente non vuole dialogare", ha concluso.