Brasile, Lula si consegna alla polizia. Ma la folla voleva trattenerlo

L'ex presidente ha lasciato la sede del sindacato Abc, dove era circondato dai suoi sostenitori che gli impedivano di consegnarsi alle autorità. Deve scontare 12 anni di carcere per corruzione

Luiz Inacio Lula da Silva si consegna alla polizia (Ansa)

Luiz Inacio Lula da Silva si consegna alla polizia (Ansa)

San Paolo (Brasile), 7 aprile 2018 - Alla fine l'ex presidente brasiliano Lula si è consegnato alla polizia. Ha lasciato a piedi la sede del sindacato ed è salito su un'auto delle forze dell'ordine. Dopo aver rinviato per ben tre volte il momento di costituirsi alla polizia, Lula da Silva, era stato bloccato dalla folla che impediva all'ex presidente di andare a consegnarsi per scontare la condanna a 12 anni e un mese per corruzione e riciclaggio di denaro. 

Lula aveva promesso durante un comizio improvvisato nel pomeriggio che si sarebbe consegnato alle forze dell'ordine: "Mi consegno ma sono innocente". Una cosa rimandata di ora in ora in un crescendo che sembra quasi una beffa: prima dice di volersi consegnare dopo la messa in memoria della moglie, poi dopo un pranzo con i familiari, infine chiede un'ulteriore proroga per poter vedere domenica sera una partita di calcio tra Palmeiras e Corinthians.

"INNOCENTE" - Lula da Silva continua a gridare la sua innocenza. L'ex presidente del Brasile non si è ancora consegnato alle autorità incaricate di trasferirlo in carcere dove deve scontare una pena di 12 anni per corruzione. Lula da ieri è chiuso nella sede del sindacato Abc di Sao Bernardo dos Campos. Oggi, dopo aver assistito la messa in suffragio della moglie morta lo scorso febbraio (celebrazione per la quale aveva chiesto un rinvio dell'arresto), ha arringato la folla dei suoi sostenitori  fuori dalla sede del sindacato metallurgico. L'ex capo di Stato ha criticato la polizia federale e il pubblico ministero sostenendo che "hanno mentito" e che "non li perdono per aver trasmesso alla società l'idea che io sia un ladro". Tuttavia ha dichiarato che rispetterà "il mandato di arresto".

Il giudice anticorruzione Sergio Moro aveva chiesto a Lula di costituirsi a Curitiba entro le 17 di ieri (le 22 in Italia). Ma l'ex presidente non si è presentato: sono state le forze dell'ordine a raggiungerlo al sindacato nella periferia di San Paolo. "Se vogliono prenderlo, che vengano a prenderlo qui, in mezzo al suo popolo - dicono i suoi sostenitori -. Lula è innocente, e un innocente non si consegna in quel modo". 

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La presidente del Partito dei Lavoratori (Pt), Gleisi Hoffmann ha voluto precisare che Lula da Silva resterà nella sede sindacale ma che questo non significa che non intende rispettare l'ordine di carcerazione. "Che sia chiaro che non vi è, da parte del presidente, nessuna disubbidienza al mandato del giudice Moro", ha detto alla folla riunita davanti alla stessa sede sindacale. 

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LA MOBILITAZIONE - Dopo la condanna del leader, il Partito dei lavoratori brasiliano (Pt) ha chiesto una "mobilitazione generale" e ha fatto una prima manifestazione giovedì notte davanti alla sede dell'Unione dei Metalmeccanici a Sao Bernardo do Campo, nella zona industriale di San Paolo, dove Lula ha iniziato la sua carriera politica. Altre proteste sono previste a breve. 

L'ULTIMATUM - La giustizia brasiliana ha accelerato in modo drammatico l'iter processuale dell'ex presidente. Meno di 24 ore dopo che il Supremo Tribunale Federale (Stf) ha respinto la richiesta di habeas corpus presentata da Lula, infatti, il tribunale di appello che ha confermato la sua condanna ha autorizzato il giudice di prima istanza, Sergio Moro, a disporre la sua carcerazione. E Moro -  il magistrato simbolo delle inchieste anticorruzione in Brasile - lo ha fatto immediatamente, ordinando che l'ex presidente si costituisca entro le 17 di oggi (le 22 in Italia).

Fu sempre Moro, nel luglio dell'anno scorso, a condannare Lula per corruzione e riciclaggio a 9 anni di prigione, che sono diventati 12 nel gennaio scorso, quando il caso è stato esaminato in secondo istanza al Tribunale Regionale Federale di Porto Alegre (Trf-4). L'esecuzione della condanna era stata però bloccata dalla richiesta di habeas corpus presentata dai legali dell'ex presidente presso il Supremo Tribunale Federale (Stf) che l'ha respinta nella notte scorsa, per 6 voti contro 5. 

Secondo il giudice Moro gli ulteriori 'ipotetici ricorsi' che potrebbe essere presentati sono solo un 'patologico tentativo di procrastinazione che dovrebbe essere eliminato dal mondo giuridico'. Formalmente, gli avvocati di Lula hanno tempo fino a martedì prossimo per presentare un ricorso presso il Tfr-4, ma anche se fosse accettato non potrebbe ribaltare il verdetto di colpevolezza emesso da questa corte, perché è stato deciso all'unanimità.