Mercoledì 24 Aprile 2024

Dimissioni di Boris Johnson: cosa è successo. I nomi per il governo

Scossone politico in Gran Bretagna, il premier non è più leader del partito conservatore: a ottobre un nuovo primo ministro

Boris Johnson,  primo ministro britannico nell'occhio del ciclone (Ansa)

Boris Johnson, primo ministro britannico nell'occhio del ciclone (Ansa)

Londra, 7 luglio 2022  - La resa di Boris Johnson. Oggi il primo ministro britannico ha annunciato formalmente le sue dimissioni da leader del partito Tory, la forza di maggioranza, dopo che il suo governo si è di fatto sbriciolato. BoJo intende comunque restare premier fino all'elezione di un successore alla guida dei conservatori che ci sarà non prima di ottobre, visti i tempi imposti dal recesso parlamentare estivo che inizia fra due settimane. Esclusa dunque l'ipotesi di un nuovo voto di fiducia

Cosa è successo: le dimissioni che pesano 

La decisione, quasi obbligata, di BoJo, giunge dopo che decine tra ministri e collaboratori di Downing Street hanno lasciato il proprio incarico in polemica con il primo ministro britannico. A stamani sono 59 i membri del governo che hanno annunciato il passo indietro. Gli ultimi sono l'inviato al commercio Richard Graham, che ha ricoperto l'incarico sotto tre primi ministri, e la viceministra all'ambiente Rebecca Pow. Sempre questa mattina ha comunicato le dimissioni il ministro della Giustizia, James Cartlidge, appena preceduto dal ministro delle Pensioni Guy Opperman, quello per la Scienza George Freeman, e per l'Irlanda del Nord Brandon Lewis. Fino a oggi BoJo sembrava non voler mollare. Ai suoi aveva detto che non si sarebbe dimesso, perché la sua uscita dal governo avrebbe causato "caos" e vedrebbe "i conservatori quasi certamente sconfitti" alle prossime elezioni. Il numero e il peso delle defezioni però hanno messo il premier nell'angolo. 

Gli scandali 

Le dimissioni a raffica dei membri del suo governo sono arrivate dopo l'ennesimo scandalo che ha investito Johnson. Dopo il party gate (a Downing Street si festeggiava mentre erano in vigore le rigide misure anti-Covid) imperversa il caso dell'alleato di Johnson Christopher Pincher, costretto a dimettersi da deputy chief wip - incaricato di sorvegliare la disciplina del gruppo di maggioranza alla Camera dei Comuni - e poi sospeso dal partito, dopo che è stato accusato di essersi ubriacato in un gentlemen club di Londra e di aver molestato due uomini, incluso un altro deputato. A Johnson viene contestato di aver insabbiato il tutto.  

Dopo Sajid Javid (Salute), Rishi Sunak (il Cancelliere dello Scacchiere), ieri si era dimesso anche il Segretario per il Galles, Simon Hart. L'Attorney Heneral Suella Braverman non lo ha fatto, ma ha invitato il Premier a dimettersi, annunciando anche la sua candidatura a leader dei tories, e quindi a Premier. Il ministro Michael Gove è stato invece licenziato da Johnson, dopo che ne aveva chiesto le dimissioni in un incontro a due. Anche la ministra degli Interni Priti Patel, il ministro dell'Impresa, Kwasi Kwarteng, e dei trasporti Grant Shapps, sono fra coloro che chiedono a Johnson di lasciare Downing Street.

Le parole di Johnson

"'E' chiara ora la volontà dei parlamentari del Partito Conservatore", secondo cui "ci deve essere un nuovo leader del partito e quindi un nuovo primo ministro", ha detto Johnson oggi nel suo discorso alla Nazione. Il processo per la designazione, ha spiegato, "inizia ora, la tabella di marcia sarà resa nota la settimana prossima". Johnson ha spiegato che "oggi ho nominato il nuovo Governo, che sarà in carica finché il nuovo leader sarà nominato". Al prossimo capo dei Tories "darò tutto il sostegno possibile". 

BoJo lascia dopo non poche resistenze: "Non avrei voluto farlo", ha ammesso. "Ho cercato di convincere i miei colleghi che sarebbe stato bizzarro cambiare con un mandato così ampio e con così tante cose da fare e obiettivi importanti raggiunti" e "considerano gli scenari economici complessi", "sono dispiaciuto di non essere riuscito a convincere il Parlamento e il partito" e "sono triste di rinunciare al miglior lavoro del mondo" ma "vi assicuro che il vostro interesse verrà servito in ogni momento". 

Gli scenari: chi prenderà il suo posto?

Dopo la resa di Johnson, impazza il toto-successore: tra i papabili a prendere il suo posto si fanno i nomi dell’ex-cancelliere Rishi Sunak, dell’ex-ministro della Sanità Sajid Javid, del rivale Jeremy Hunt, della ministra degli Esteri Liz Truss, e del ministro della Difesa Ben Wallace. L'outsider più quotata è la fuoriclasse Penny Mordaunt, viceministra alle politiche commerciali, considerata l’outsider più quotata. Per i bookmaker di Sky Bet Mordaunt viene data 9 a 2 come Sunak, mentre Wallace è dato 6 a 1 e la ministra degli Esteri Liz Truss 8 a 1.

Il rimpasto

Intanto Boris Johnson ha proceduto al rimpasto di governo: il premier ha sostituito Michael Gove ministro per il Livellamento delle Diseguaglianze Territoriali silurato ieri con Greg Clark, già ministro della Attività Produttive sotto Theresa May e finora oppositore di BoJo in casa Tory. Preannunciate anche altre nomine per la ricomposizione dell'intero gabinetto

L'opposizione: lasci subito 

Il leader del Partito laburista britannico, Sir Keir Starmer, ha chiesto al premier Boris Johnson di dimettersi immediatamente e ha minacciato un voto di sfiducia ai Comuni in caso contrario. "Deve andarsene, non può rimanere aggrappato" al potere, ha detto ai giornalisti. "Il suo stesso partito ha deciso che è ora, quindi non possono infliggerlo al Paese per i prossimi mesi". E ha preannunciato che, qualora i Tory non si sbarazzassero di Johnson, i laburisti "nell'interesse del Paese, chiederanno un voto di sfiducia". "Il cambiamento di cui abbiamo bisogno non è solo al vertice, abbiamo bisogno di un cambio di governo. C'è bisogno di un governo laburista".