Mercoledì 24 Aprile 2024

Johnson e il party di nozze nella tenuta ministeriale. "Ecco perché non voleva lasciare"

I tabloid: aveva già organizzato tutto. Ieri l’annuncio che la festa per il matrimonio con Carrie si terrà altrove

Boris Johnson, 58 anni, insieme alla terza moglie, Carrie, di 24 anni più giovane

Boris Johnson, 58 anni, insieme alla terza moglie, Carrie, di 24 anni più giovane

Londra, 10 luglio 2022 - Boris Johnson  non voleva mollare perché aveva già organizzato una festa di matrimonio estiva nella residenza di campagna ministeriale, Chequers. Così hanno titolato ieri diversi tabloid britannici, dicendo che il premier, ormai dimissionario (ma ancora in carica), voleva restare a tutti i costi in carica fino all’arrivo del sostituto perché aveva promesso alla terza moglie Carrie una megafesta nel maniero del Buckinghamshire, dove la coppia è andata spesso a passare i weekend nella bella stagione. C’erano anche voci che pare volessero installare una ’treehouse’ (una casetta costruita sui rami di un albero) per il figlioletto Wilf, che sarebbe costata più di 150mila sterline (ovvero il costo medio di un deposito per una casa vera e propria in Inghilterra).

Le voci sono poi state smentite dal portavoce del premier, ma rimane il fatto che i due ’colombi’, che hanno due bimbi (Wilfred di 2 anni e Romy di 9 mesi), hanno un legame speciale con Chequers e volevano celebrare lì la loro unione, dopo essersi sposati nel bel mezzo della pandemia, nel 2021, con una manciata di ospiti. Infatti le regole allora permettevano un massimo di trenta fra amici e parenti per il matrimonio e così il 58enne Boris aveva promesso alla sua terza moglie (di 24 anni più giovane di lui) che si sarebbero rifatti con un megaparty quest’estate. Pare che avessero già spedito i cartoncini d’invito a più di 200 persone, con una data di fine luglio per i festeggiamenti.

Ma poi Boris è stato costretto a dimettersi e la sua decisione di restare in carica fino all’arrivo del sostituto (o forse per la festa) ha fatto storcere il naso a gran parte del partito, che avrebbe preferito vederlo sparire. Un suo portavoce ieri ha tentato di calmare le acque, dicendo che il party sarebbe già stato dirottato su un’altra ’location’. Ma il fatto che Boris si fosse permesso di utilizzare una residenza ministeriale per i propri scopi personali ha riacceso le polemiche sul suo carattere, che appare sempre interessato a sfruttare ogni possibile privilegio.

Nel frattempo, le dimissioni di Johnson hanno dato il via alla gara tra rivali per il ruolo di premier. Ieri è sceso in campo l’ex-cancelliere Rishi Sunak ("Riporterò unità nel partito"), stella ascendente del partito, la cui popolarità si era temporaneamente inabissata dopo che è emerso che la moglie miliardaria non pagava le tasse in Inghilterra grazie a un cavillo fiscale. Noto per i suoi maglioncini in triplo filo di cachemire, Sunak non ha molto da condividere con il cittadino medio, ma piace per la sua attenzione ai dettagli e le sue manovre fiscali da vero Tory.

Tra i suoi rivali, in un campo molto ampio, la ministra degli Esteri Liz Truss, il ministro della Difesa Ben Wallace, la ministra degli Interni Priti Patel e gli outsider Penny Mordaunt e Tom Tugendhat.