Coronavirus, Boris Johnson in terapia intensiva

Condizioni peggiorate nel pomeriggio. Deleghe al ministro degli Esteri. Regno Unito sotto choc. Il premier aveva twittato: "Sto bene"

Boris Johnson (Ansa)

Boris Johnson (Ansa)

Londra, 6 aprile 2020 - Il premier britannico Boris Johnson è stato trasferito stasera in terapia intensiva al St Thomas hospital dopo che le sue condizioni sono peggiorate nel pomeriggio in seguito al ricovero improvviso di ieri per il Coronavirus 10 giorni dopo essere risultato positivo al test del Covid-19 e dopo un periodo d'isolamento a Downing Street durante il quale non era riuscito a superare i sintomi dell'infezione.

L'annuncio è arrivato in serata da un portavoce, che - a conferma della gravità della situazione - ha notificato il passaggio di consegne al ministro degli Esteri Dominic Raab per la supplenza temporanea alla guida del governo. "Fin da domenica sera - si legge nella nota ufficiale diffusa da Downing Street - il primo ministro è stato preso in cura dai medici del St Thomas hospital, a Londra, dopo essere stato ricoverato per sintomi persistenti di coronavirus. Nel corso del pomeriggio le sue condizioni sono peggiorate e, su raccomandazione del suo team medico, è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale".

Boris Johnson "sta ricevendo cure eccellenti" ed "è in mani sicure", ha detto Raab, appena subentrato al premier come capo nel governo supplente, assicurando che il Paese e l'azione dell'esecutivo restano "assolutamente sotto controllo". Raab ha parlato di un "forte spirito di team" del governo per attuare le istruzioni di Johnson e per "sconfiggere questo orribile virus".

Nel pomeriggio l'entourage del premier aveva tentato di rassicurare l'opinione pubblica britannica - dopo il discorso d'incoraggiamento di ieri della regina Elisabetta di fronte a 24 milioni di telespettatori - e di tranquillizzare, affermando che il capo del governo di Sua Maestà era "in osservazione" a causa di sintomi persistenti di febbre e tosse. Ma che aveva trascorso "una notte tranquilla" e che restava alla guida dell'esecutivo. Lui stesso aveva poi provato a minimizzare la situazione con una serie di tweet, scrivendo di essere stato ricoverato "su consiglio del medico per alcuni esami di routine", di essere "di buon umore" e in contatto con il suo team.

Ma già il Times aveva messo in guardia dall'eccessivo ottimismo, riferendo di un premier costretto a farsi somministrare ossigeno, già da suo arrivo ieri al St Thomas. Mentre l'agenzia russa Ria Novosti citava fonti anonime che parlavano di un Johnson attaccato addirittura a un ventilatore per la respirazione assistita, attirandosi l'accusa di "disinformazione" da Londra. Vere o false che fossero queste voci, sta di fatto che per BoJo non si tratta più di quel contagio in forma "lieve" annunciato dei primi giorni. Bensì di un decorso grave, che lascia un intero Paese sotto una cappa di angoscia proprio nel giorno in cui i dati su contagi e morti avevano lasciato intravvedere un'inversione di tendenza positiva dopo due settimane piene di lockdown e d'intimazioni a "restare in casa" seguite agli iniziali auspici, e forse alle illusioni, di una strategia più soft e graduale contro la pandemia sull'isola. 

"Notizia terribile. Tutti i pensieri del Paese sono con il primo ministro e la sua famiglia in questo momento così incredibilmente difficile". È il tweet del capo dell'opposizione laburista Keir Starmer.

Il primo ministro britannico Boris Johnson è un "grande leader, un mio amico. È forte, gli auguro una pronta guarigione", afferma Donald Trump.