Sabato 15 Marzo 2025
REDAZIONE ESTERI

Bombe sulle elezioni . Molotov ai seggi e strage russa a Odessa. Putin vuole il plebiscito

La maratona delle presidenziali inizia con le azioni dei dissidenti in diverse città. Il presidente vota online. Raid sul Mar Nero: almeno 20 morti e 73 feriti . .

Bombe sulle elezioni . Molotov ai seggi e strage russa a Odessa. Putin vuole il plebiscito

di Marta Ottaviani

MOSCA

Gli attacchi dei dissidenti ai seggi e il bombardamento russo sulla città di Odessa con almeno 20 morti e 73 feriti. Non è un tranquillo weekend elettorale dalle parti di Mosca, dove l’eco di alcune notizie arriva distorta. Quando arriva. I media nazionali sono stati impegnati tutto il giorno a descrivere il successo della prima giornata di votazione, con oltre il 27% di russi che ha già espresso la sua preferenza. Per tutto il resto ci sono le parole di Putin, che ha votato elettronicamente e che ha accusato Kiev di "colpire i civili per destabilizzare le elezioni russe".

Sulla carneficina di Odessa il silenzio assoluto, da lui come dai media filogovernativi, in testa i grandi network nazionali. C’è spazio, invece, per quello che sta succedendo a Belgorod, anche se sempre in base ai fatti letti attraverso il filtro di Mosca. Grande spazio da Rt, la voce ufficiale del Cremlino, viene dato alle parole del presidente, che ieri ha presieduto un Consiglio di Sicurezza Nazionale dal quale ha lanciato nuovi avvertimenti e fatto il punto della situazione alla sua maniera.

"Dallo scorso 12 marzo – ha spiegato il capo di Stato – l’Ucraina ha usato 2.500 uomini, 35 tank e circa 40 blindati da combattimento nel tentativo di entrare nel territorio russo, principalmente con unità operative speciali, mercenari stranieri e forze di supporto ucraine. Ma il nemico non ha avuto successo in nessuna direzione". Sul fatto che a Belgorod, a pochi chilometri dal confine abbiano dovuto interrompere le operazioni di voto c’è il silenzio assoluto.

Putin si è guardato molto bene anche dal parlare degli attacchi ai seggi che si sono verificati ieri a Mosca, San Pietroburgo e in altre città del Paese. Nella capitale si vive come in un clima ovattato. Ieri in molte sezioni elettorali era possibile vedere un flusso ordinato di persone che andavano a votare e che parlavano volentieri della loro scelta sulla scheda.

In prossimità delle scuole, nei parchi, nelle strade più affollate, nelle stazioni della metropolitana, decine di migliaia di poliziotti monitorano che non ci siano proteste o quegli "atti di terrorismo" tanto temuti alla vigilia del voto. Per il presidente è un plebiscito. Dal centro alle periferie più degradate, Putin non è il capo della Federazione Russa, ma "un eroe", "un padre", "il protettore dei russi". "L’Occidente non capisce: abbiamo liberato il Donbass, loro ci ringraziano", dice una signora di mezza età. "Putin è il miglior presidente al mondo, dobbiamo difendere i nostri, per questo sostengo l’operazione militare speciale", le fa eco un’anziana usando la definizione asettica imposta dal Cremlino per la guerra in Ucraina. Impossibile capire quanti lo dicano per convinzione e quanti per convenienza o disperazione. Sembra tutto perfetto, tutto ordinato.

Eppure, ieri gli attacchi alle sezioni elettorali sono stati molteplici e in diverse città del Paese. Anche nella capitale, dove la quotidianità apparentemente scorre idilliaca, fino ad arrivare alla regione degli Urali e alla Siberia. Questa sì che è l’unica novità di queste elezioni. Nessuno prima di questo momento aveva osato tanto. Segno che la situazione in qualche modo sta sfuggendo di mano e tutta la polizia reclutata non basta.

Ma i russi ancora non se ne rendono conto. E i media sono impegnati in ben altri tipi di annunci. Della vernice verde, il colore della protesta in Russia, versata nelle urne a Mosca e della molotov lanciata a San Pietroburgo parlano solo i canali Telegram. Le testate filogovernative preferiscono concentrarsi sull’affluenza alle urne, che ha superato il 27% nella sola prima giornata e sul successo del voto elettronico, scelto già da oltre 3 milioni di persone, il 65% di quelli che si sono registrati sulla piattaforma.