Roma, 1 giugno 2025 – Un attacco preparato da un anno e mezzo, alla vigilia di un vertice importante e con il presidente Trump che era stato informato. Tutti questi particolari suggeriscono che, se sul campo l’Ucraina sta subendo la pressione russa (bisogna poi vedere a che livello), per quanto riguarda l’intelligence Kiev continua a essere pericolosa e probabilmente può contare su una rete di informatori e di appoggi anche da parte di chi minaccia di sfilarsi dal negoziato.
Dall’altra parte, possiede droni sempre più sofisticati, in grado di colpire una potenza, sulla carta, molto più strutturata e temibile come la Russia. Osservare dove hanno colpito i droni di Kiev è particolarmente interessante. L’area della Penisola di Kola, la zona di Murmansk, è una delle più controllate del Paese. A Murmansk si trova la sede della flotta del Nord e in molte zone del suo vasto territorio le comunicazioni cellulari sono interrotte per motivi di sicurezza. Questo per fare capire quanto quella regione sia particolarmente importante e, si presuppone, difficile da colpire.

Eppure, i droni ucraini ce l’hanno fatta. Questo suggerisce una riflessione importante. In un’epoca di perfezionamento tecnologico costante, Mosca sta vincendo una guerra (ammesso che sia vero) con soldati mandati al fronte a morire, spesso senza essere adeguatamente addestrati e armati e droni che si abbattono su edifici civili.
Kiev ha messo a segno un attacco che arriva dopo oltre tre anni di guerra e in un momento in cui, teoricamente, l’Ucraina dovrebbe essere anche fiaccata.
In ultimo, è interessate notare due cose. La prima è che tipo di aerei sono stati colpiti. Si tratta soprattutto di aerei che possono trasportare missili, in qualche caso anche testate nucleari. In particolare, il TU-95 è considerato il fiore all’occhiello dell’aviazione russa, simbolo della potenza strategica di Mosca e più volte impiegato per attività dimostrative ai confini della Nato. L’A-50, invece sono aerei-radar, solitamente utilizzati per coordinare o guidare l’aviazione. Forse l’Ucraina teme attacchi dal cielo in futuro, con possibile impiego di testate nucleari e ha fatto capire alla Russia che ha ancora la possibilità di colpirla dove e quando non si aspetta.

Il fatto che questo attacco arrivi alla vigilia di un vertice dove si potrebbe iniziare a porre le premesse per una cessazione delle ostilità ha un messaggio ben preciso. La Russia, di fatto, arriva al tavolo più debole, nella speranza che questa pressione possa ricondurla a più miti consigli.