Berlusconi contro Zelensky (e Meloni), ira di Kiev: "Bacia le mani insanguinate di Putin"

Le reazioni dopo le parole del Cav ("Da premier non avrei mai incontrato il presidente ucraino"). Tajani: "La linea del governo non cambia, Berlusconi è uomo di pace"

Milano, 13 febbraio 2023 - Silvio Berlusconi sta cercando di "baciare le mani di Putin insanguinate fino ai gomiti". Così il portavoce del ministero degli Esteri ucraino ha commentato le parole del presidente di Forza Italia che ieri, dal seggio dove si era recato per votare alle regionali in Lombardia, ha criticato Zelensky ma  anche Giorgia Meloni, sostenendo che "da premier" non avrebbe mai incontrato il presidente ucraino. Berlusconi dice di "giudicare molto negativamente" il comportamento di Volodymyr: "Stiamo assistendo alla devastazione dell'Ucraina e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto". 

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Oleg Nikolenko  parla oggi di "accuse insensate di Berlusconi" che starebbe cercando di "dimostrare la sua lealtà al dittatore russo". Il funzionario, portavoce del dicastero degli Esteri, ha ricordato di aver lavorato in Libia nel 2010 quando l'allora premier incontrò Gheddafi e "baciò le mani del dittatore". Con Putin, il Cav starebbe facendo lo stesso, starebbe tentando di "baciargli le mani" bagnate del sangue ucraino. 

"Berlusconi agitatore vip, fa propaganda per Mosca"

Il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, definisce Berlusconi "un agitatore vip che agisce nel quadro della propaganda russa" e "baratta la reputazione dell'Italia con la sua amicizia con Putin". "Getti la maschera - lo incalza - e dica pubblicamente di essere a favore del genocidio del popolo ucraino". 

Il governo italiano corre ai ripari 

Apprezzamento è stato invece espresso da Kiev nei confronti di Giorgia Meloni, dopo che già ieri fonti di Palazzo Chigi hanno voluto ribadire "il sostegno saldo e convinto" del governo all'Ucraina. Oggi, a ribadire la linea italiana,  ci pensa Guido Crosetto, titolare della Difesa e fedelissimo della premier. "Parlano gli atti di questo governo, quelli approvati da questo Parlamento e da tutte le forze politiche. La posizione dell'Italia non può essere messa in discussione e non è messa in discussione da nessuna forza, né di maggioranza, né di larga parte dell'opposizione". La politica estera del governo "era chiarissima in campagna elettorale, è stata chiarissima quando la presidente Meloni si è rivolta alle Camere per la fiducia e non cambia neanche adesso" gli fa eco Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento. E nel pomeriggio Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura dice: "Le parole" di Silvio Berlusconi sull'Ucraina "non le condivido, come mi pare di capire non le condivida l'intero governo. Dal punto di vista dell'azione concreta, siamo in linea con quanto Berlusconi e il suo partito hanno sottoscritto nel programma. Se eventualmente uno cambia idea, lo pone nei tavoli o negli atti parlamentari. Se questo non avviene, vuol dire che andiamo nella direzione giusta e continuiamo a confermarlo".

Tajani: "Berlusconi è pro Ucraina e Nato"

Il messaggio deve arrivare forte e chiaro a Kiev, all'Europa, all'opposizione - che chiede conto a Meloni delle parole di Berlusconi - e allo stesso alleato di governo. Tant'è che il forzista Antonio Tajani è costretto a metterci una pezza. "La posizione del governo non cambia. Berlusconi è un uomo di pace, non ha cambiato di certo le sue posizioni a sostegno dell'Ucraina, della Nato e dell'Occidente", assicura il ministro degli Esteri. Non è la prima volta che interviene a 'correggere' le parole del Cav che anche in altre occasioni non ha mai nascosto il suo pensiero su Zelensky. 

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