Battaglione Azov: il comandante "Eroe d'Ucraina", il più alto riconoscimento

Il discusso Denis Prokopenko, su cui pesano dal 2014 accuse di crimini di guerra, ha ricevuto la più alta onorificenza conferita a un cittadino ucraino. Con le forze ultranazionaliste difende Mariupol da "14mila russi"

Denis Prokopenko, comandante del Battaglione Azov

Denis Prokopenko, comandante del Battaglione Azov

Roma, 21 marzo 2022 - A Mariupol si combatte strada per strada, il Battaglione Azov ucraino, guidato dal comandante Denis Prokopenko, sta cercando di fermare l'avanzata delle forze russe, ma senza copertura aerea e davanti forze impari, è dura. E' lo stesso ufficiale, ex tifoso della Dinamo Kiev ed estremista nazionalista, a fare il punto della situazione sul campo di battaglia: "Il bilancio delle vittime tra i civili cresce ogni giorno e ora supera le 3.000 persone. Ma nessuno può dire il numero esatto dei morti, poiché le persone vengono sepolte in fosse comuni, senza nome. Molti cadaveri restano insepolti per le strade. Alcune persone rimangono intrappolate sotto le macerie, sepolte vive". 

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Ultranazionalista ed eroe

Prokopenko, da imbarazzante nazionalista accusato fin dai tempi della guerra in Donbass di torture e crimini di guerra, è alla guida di un esercito che muove battaglia con l'emblema identico a quello delle SS di Hitler, l'antico simbolo runico della Wolfsangel. Ora è un salvatore della patria, premiato pochi giorni fa dallo stesso presidente Volodymyr Zelensky con l'onorificenza di "Eroe dell'Ucraina". Ma tra i due in passato ci furono tensioni: Prokopenko non fece il saluto militare al presidente Zelensky appena eletto che lo stava premiando con una onorificenza per i fatti di Piazza Maidan. Un gesto tacciato di antisemitismo, anche visto la fama del comandante e le origini ebraiche del presidente, ma fu lui stesso a ridimensionare le polemiche affermando che non poteva fare il saluto militare a un civile.  

Putin: denazificare l'Ucraina

Gli uomini del reggimento ultranazionalista, accusati anche di stupri contro i filorussi del Donbass, sono il motivo per cui il presidente russo Vladimir Putin ha parlato di "denazificare" dell'Ucraina per giustificare l'invasione. Nazionalismo estremo, e odio verso Mosca, ma non antisemitismo vista la vicinanza a figure come Nathan Khazin, ebreo ortodosso e protagonista della rivolta di Piazza Maidan.

A Mariupol muoiono soprattutto civili

La città portuale è stremata da settimane di assedio, i civili continuano a morire anche perché i corridoi umanitari sono quasi sempre bombardati: i russi accusano Prokopenko e i suoi camerati di trattenere i civili per usarli come scudi umani, e i militari ucraini rispondono che sono gli invasori a sparare sui corridoi. La verità è che difficilmente si potrà trattare una tregua, anche se breve, tra le formazioni militari in campo, anche perchè tra le fila delle forze d'invasione ci sono i kadyrovtsy ceceni, in cerca di gloria e vendetta: il loro sanguinario leader, Ramzan Kadyrov, ha offerto una taglia di 500.000 dollari "per la testa di ciascuno degli ufficiali" del Battaglione Azov.

Perché il Battaglione Azov difende Mariupol

Nel 2014 i nazionalisti del Battaglione Azov, allora paramilitari finanziati da oligarchi ucraini, si distinsero nella riconquista proprio di Mariupol, presa dai separatisti filorussi. Così furono integrati nella Guardia Nazionale, per volontà del ministro dell'Interno Arsen Avakov. Il fondatore della brigata ultranazionalista fu il quarantaduenne Andriy Biletsky, prima figura di spicco nei circoli di estrema destra poi parlamentare, e ora nuovamente al fronte col nome di battaglia di "Bely Vozd" ("sovrano bianco"", secondo il Deutsche Welle combatte vicino a Kiev. Biletsky ha registrato un appello: le forze nazionaliste stanno disperatamente fermando 14.000 soldati russi, ma non basta bisogna intervenire per liberarla dall'assedio.

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