Martedì 23 Aprile 2024

Morta Barbara Bush, moglie e madre di presidenti Usa. Era la nonna d'America

L'ex first lady e madre di un presidente Usa si è spenta a 92 anni, tre giorni dopo aver rifiutato le cure. Il figlio George: "Ci ha fatto ridere fino alla fine"

Barbara Bush con il marito George in una foto del 1988 (Ansa)

Barbara Bush con il marito George in una foto del 1988 (Ansa)

Houston (Texas), 18 aprile 2018 - L'ex first lady Barbara Bush è morta a 92 anni, appena tre giorni dopo aver rifiutato le cure. La matriarca di una delle dinasty politiche più potenti, quella dei Bush, se n'è andata nella sua casa di Houston, circondata dai suoi cari tra cui il marito, di 93. Barbara Bush, che ha avuto un marito e un figlio alla Casa Bianca, ha subito ricevuto l'omaggio di tre presidenti: Donald Trump ha elogiato la sua devozione al Paese e alla famiglia, la moglie Melania, in un messaggio separato ha voltuo esprimere la sua ammirazione per come ha rivestito i ruoli di "moglie, madre e First Lady degli Stati Uniti", mentre i Clinton la salutano come "Una donna eccezionale" e Barack Obama dichiara: "La sua vita è stata una testimonianza di generosità".

Il figlio George W., l'ex presidente, racconta: "è stata una fantastica first lady e una donna che come poche altre ha portato leggerezza, amore e alfabetizzazione a milioni. Per noi è stata molto di più. Ci ha tenuti in punta di piedi e ci ha fatti ridere fino alla fine. Sono stato un uomo fortunato per il fatto che Barbara Bush era mia madre". E ancora, a nome di tutta la famiglia: "Laura, Barbara, Jenna e io siamo tristi ma i nostri cuori sono calmi perché sappiano che lo era anche il suo".

Le condizioni di salute di Barbara Pierce Bush, classe 1925, sono precipitate negli ultimi giorni dopo una lunga serie di ricoveri per complicazioni polmonari e cardiache. Il 15 aprile ha ceduto alla malattia: non ha voluto più rimanere in ospedale e ha deciso di rifiutare tutte le cure tranne quelle palliative. Così è morta a casa sua, con i suoi cari attorno. Il figlio Neil racconta che i parenti si sono alternati al suo capezzale, leggendo brani delle sue memorie. Nonostante l'età, Barbara Bush è rimasta lucida fino all'ultimo: ha parlato al telefono fino a ieri, si è concessa persino un bicchierino di bourbon.

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Per quattro anni, dal 1989 al 1993 era stata first lady, poi dal 2001 al 2009 è stata la madre di un presidente: George W. Bush, il primogenito. Eppure la matriarca puntava su un altro figlio, il terzogenito Jeb, ex governatore della Florida. Di certo Barbara ha fatto la storia degli Stati Uniti. "Silver Fox", la volpe argentata - come la chiamavano i figli per via della lingua tagliente e dei capelli imbiancatisi prima del tempo dopo la morte della secondogenita Robin di leucemia - nei quattro anni alla Casa Bianca (e anche dopo) aveva sempre portato avanti la sua immagine di donna forte, burbera ma anche sempre sorridente, moglie devota, madre esigente, nonna rassicurante. 

Quando il marito era presidente, Mrs. Bush fu contestata per essersi detta contenta di aver lasciato gli studi per seguire la carriera del consorte: per paradosso fu sfrattata dalla Casa Bianca da Hillary Clinton, donna in carriera che disprezzava quelle che, come la rivale, erano rimaste a casa a "infornare pasticcini e offrire il tè". 

Come il marito, Barbara era una Wasp: figlia di un editore e rappresentante di quella classe dominante bianca e protestante che per secoli ha governato l'America. Essere moglie di un industriale del petrolio prima, poi di un uomo politico importante non aveva impedito a questa donna caustica e brillante di dire spesso la sua. George padre, detto "Poppy", era un repubblicano moderato e lei ne aveva difeso le posizioni sull'Equal Rights Amendment, la legge sulla parità dei sessi, per poi esprimersi privatamente a favore del diritto all'aborto. Negli anni di Washington, Barbara Bush aveva però scelto il voto del silenzio su argomenti potenzialmente controversi, facendo parlare per lei la cagnetta Millie in un libro diventato bestseller a fini di beneficenza, e proiettando sull' opinione pubblica un'immagine di servizio umanitario sostanzialmente apolitico.