Bimbo nel pozzo in Spagna, si scava ancora. "Da Julen non prima di martedì"

Perforazione rallentata prima a causa di una spessa roccia a 18 metri di profondità e poi di 5 metri di granito. Il pediatra: "L'organismo umano prova a sopravvivere in modo inimmaginabile" Aggiornamenti lunedì 21 gennaio. "Ancora ritardi, Julen lontano 8 metri" Aggiornamenti martedì 22 gennaio: "Errore di calcolo nel tunnel" Aggiornamento 23 gennaio: "Tunnel finito, minatori pronti a scendere"

Operazioni di soccorso per Julen (Ansa)

Operazioni di soccorso per Julen (Ansa)

Malaga (Spagna), 20 gennaio 2019 - Non prima di martedì, Julen non sarà raggiunto se non tra molte ore. Mentre il mondo è col fiato sospeso per le sorti del piccolo di due anni caduto nel pozzo vicino Malaga, nelle campagne di Totalan, paesino di 700 anime nel sud della Spagna, un ritardo si somma all'altro. Il padre del piccolo ai media spagnoli dice che lui e sua moglie continuano a "tenere viva la speranza". Ma le ultime notizie non sono rassicuranti: le perforazioni procedono a rilento per colpa di un terreno che sembra maledetto tanto ostacola i lavori. E ora si parla di martedì. Significherebbe tra il nono e il decimo giorno di ricerche. Serve un miracolo per trovare ancora in vita Julen. O forse, a questo punto, anche qualcosa di più. Nessuno, però, vuol sentire parlare di resa. Il bambino non ha più dato segni di vita da poche ore dopo la caduta, aveva riferito la Guardia Civil sin dal primo giorno, ma le speranze della Spagna non si sono mai affievolite.

Aggiornamenti martedì 22 gennaio: "Errore di calcolo nel tunnel"

Aggiornamenti lunedì 21 gennaio. "Ancora ritardi, Julen lontano 8 metri"

Aggiornamento 23 gennaio: "Tunnel finito, minatori pronti a scendere"

Bimbo caduto nel pozzo, i macchinari utilizzati per la perforazione (Ansa)IL TUNNEL VERTICALE  - In serata, dopo diversi ostacoli, sono stati superati i due terzi dei 60 metri del tunnel parallelo al pozzo dove è caduto il piccolo. Lo ha comunicato il capo ingegnere Angel García Vidal, che coordina i lavori. Si sono scavati oltre 45 metri: la perforazione, se dovesse continuare con questo ritmo, povrebbe "terminare entro la notte", spiega Garcìa.

Mancano quindi circa 15 metri per raggiungere l'altezza in cui si presume si trovi Julen, a circa 80 metri di profondità. Lì le macchine si fermeranno e comincerà il lavoro dei minatori specializzati per scavare la galleria orizzontale (il secondo step della procedura) che porterà alla cavità dove sarebbe il piccolo. Anche se da fonti sul posto, in serata filtra che ci potrebbero volere altre 9-10 ore, una volta terminato il tunnel verticale, prima di poter dare il via alla fase finale. Serviranno allora almeno 20 ore - se non 24 - per 'aprire' i quattro metri che seperano il pozzo dalla galleria in corso di ultimazione. Si useranno tecniche miste, sia col martello pneumatico, sia manuali, a quanto si apprende. Facendo un calcolo dei tempi, l'operazione di salvataggio potrebbe addirittura terminare martedì e non lunedì come inizialmente auspicato. Sul posto sono arrivati anche esperti di demolizioni ed esplosivistica.

LA MAPPA

LE DIFFICOLTA' - Nuove difficoltà sono emerse nel corso della mattinata di oggi: il presidente andaluzo Juanma Moreno ha fatto sapere che i tecnici durante la perforazione hanno trovati cinque metri di granito che hanno costretto anche al cambio del trapano della perforatrice. Un secondo ostacolo, dopo la roccia già incontrata nella notte a 18 metri di profondità. Per ovviare alle complicazioni orografiche, una 'testa' per la trivella è giunta direttamente da Guadalajara. 

Ma gli scavi della Mait 260, seppur a rilento, proseguono. E sarà proprio in questo tunnel che verrà calata la capsula metallica di 1,05 metri di diametro e 2,5 di altezza che permetterà di costruire la galleria orizzontale per avvicinarsi al luogo dove sta il bimbo. Una capsula ideata e fabbricata in questi giorni e già posizionata per essere calata, mentre vicino all'area si eseguono lavori di cementificazione per evitare frane. 

Con #mimanoaJulen la Spagna è vicina alla famiglia

Da quando domenica è caduto in un pozzo abbandonato, largo 25 centimetri e profondo più di 100 metri, Julen non ha dato segni di vita. Era nelle campagne insieme ai genitori, per un pranzo con amici di famiglia. Finora è stato impossibile raggiungere il piccolo perché il pozzo è bloccato da uno strato di terra, sabbia e pietre che potrebbero essere state trascinate giù da Julen quando è caduto. 

I SOCCORRITORI - L'ingegnere Angel García Vida i lavori, sottolinea: "L'umore nel pozzo è straordinario: le ore non pesano, non la fatica, non il sonno". E rispondendo alle critiche ha dichiarato: "Ha smesso di essere un lavoro di salvataggio: è diventata un'operazione di ingegneria civile, umanitaria". Sarebbero 300 le persone che, da domenica scorsa, hanno lavorato al salvataggio del piccolo Julen.

IL PEDIATRA - A El Pais il pedriatra Ivan Carabaño ha sottolineato che "in circostanze estreme l'organismo umano prova a sopravvivere in modo inimmaginabile". Le autorità evitano di pronunciarsi sulle possibilità che il bambino sia ancora in vita. Ma il presidente della Federazione andalusa di speleologia, Jose Antonio Berrocal, ha dichiarato che ci sono casi di persone sopravvissute per 10 giorni in circostanze simili a quelle di Julen, in uno stato di sonno con ritmo cardiaco rallentato, che necessita di poco ossigeno.

LA FOTO - Ieri sul quotidiano El Mundo è stata pubblicato la foto di Julen poco prima della tragedia. Il bimbo indossa una tuta rosso e blu e scarpe da ginnastica. Secondo quanto riportato dal sito spagnolo, si sarebbe allontanato in un attimo di distrazione dei genitori. Il padre lo avrebbe visto cadere nel foro quando il piccolo si trovava a circa 12 metri di distanza da lui.