Avvocato italiano ucciso dalla fidanzata in Brasile

Arrestata la donna. Il cadavere di Carlo Cicchelli è stato tenuto in casa per oltre un mese e il suo cellulare usato per farsi inviare dall'Italia 5.000 euro

Carlo Cicchelli e la fidanzata brasiliana

Carlo Cicchelli e la fidanzata brasiliana

San Paolo, 6 novembre 2018 - Una donna brasiliana ha confessato alla polizia dello stato di Alagoas, in Brasile, di aver ucciso il suo fidanzato, l'avvocato torinese Carlo Cicchelli, 48 anni, con il quale viveva nella città di Maceiò. La notizia è riportata da diversi media locali. Cléa Fernanda Màximo, questo il nome dell'arrestata, ha ammesso di aver ucciso l'uomo almeno un mese fa e di aver tenuto il cadavere in casa per tutto questo tempo. Non solo. La donna ha inoltre dichiarato - secondo quanto riporta il sito d'informazione G1 - di aver usato il cellulare della vittima per farsi inviare denaro dai parenti della vittima in Italia. In totale la famiglia di Carlo ha inviato 5.000 euro su un conto bancario brasiliano. 

LA VICENDA - La coppia si era conosciuta a Torino. I due erano vicini di casa e l'avvocato - secondo le prime ricostruzioni - avrebbe abbandonato la sua carriera per andare a vivere con la donna brasiliana, inizialmente in un'altra città italiana, dove aveva aperto un ristorante. La coppia si era poi trasferita in Brasile a giugno di quest'anno e Cicchelli ha contattato la famiglia l'ultima volta il 25 settembre scorso. Dopo quel giorno, erano arrivati solo messaggi con richieste di denaro. I parenti, sorpresi dai messaggi, insistevano affinché Carlo facesse una videochiamata per confermare le sue condizioni di salute. Alla fine la donna ha ammesso di essere stata lei a inviare quei messaggi ma, prima di farlo, si era inventata tre diverse versioni in merito alla scomparsa del fidanzato. All'inizio ha raccontato che era scomparso e che aveva lasciato il telefono. Poi, che Carlo era andato a San Paolo e quindi fuggito in Colombia. Infine, che era stato coinvolto in una vicenda con la figlia di un trafficante di droga di Macei e che aveva bisogno di soldi per fuggire. La famiglia di Carlo, preoccupata, ha denunciato a Torino lo scorso 31 ottobre la scomparsa dell'uomo. A raccogliere la segnalazione erano stati i carabinieri della stazione Pozzo Strada. Le ricerche sono state svolte tramite l'Interpol e la notizia del ritrovamento del cadavere è stata riferita questa notte dal console d'Italia a Recife.

IL DOLORE DEL FRATELLO - "Uno si innamora e poi finisce morto in un sacco di plastica. Noi glielo avevamo detto che quella donna non era normale, ma quando uno è innamorato non vuole sentire ragioni". È affranto Antonio, il fratello di Carlo Cicchelli, che lascia due figli di 11 e 13 anni avuti da una precedente relazione. "L'ultima volta che l'ho sentito a voce per telefono - racconta - è stato il 25 settembre. Poi più nulla. Solo messaggi in cui mi si chiedevano dei soldi. Intorno al 28 settembre voleva 2.500 euro: un episodio che mi aveva insospettito, perché due giorni dopo mio fratello sarebbe dovuto tornare a Torino. Aveva già i biglietti. Ma a Torino non è mai arrivato". "Sono anche venuto a sapere - precisa - che, scrivendo dalla pec di Carlo, lei tentò di sbloccare un conto bancario a Palermo. Mio fratello aveva un'attività in Sicilia e, a giugno, era stato laggiù proprio con lei. Loro due stavano insieme da circa 5/6 anni. Carlo l'aveva presa dalla strada". A quanto riferiscono conoscenti comuni, Carlo raccontava che la fidanzata gli parlava sovente di riti voodoo. In una occasione i due litigarono e lei non avrebbe esitato a puntargli un coltello alla gola.