Sabato 20 Aprile 2024

Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, condannata in Myanmar: pena dimezzata a 2 anni

La giunta militare del Myanmar ha concesso una "grazia parziale". L'ex leader birmana è accusata di incitamento al dissenso contro i militari e violazione delle misure anti-Covid

Aung San Suu Kyi (Ansa)

Aung San Suu Kyi (Ansa)

Roma, 6 dicembre 2021 - La giunta militare del Myanmar ha deciso di concedere a Aung San Suu Kyi una "grazia parziale" riducendo a due anni la condanna a quattro anni inflitta inizialmente. La ex capo del governo civile birmano e vincitrice del premio Nobel per la pace nel 1991 era stata condannata a 4 anni di carcere, come annunciato oggi da un portavoce della giunta militare, che l'1 febbraio scorso ha rovesciato le istituzioni elette democraticamente. Le accuse? Incitamento al dissenso contro i militari e violazione delle misure anti-Covid.

Assieme alla premio Nobel era stato condannato alla stessa pena detentiva anche l'ex presidente Win Myint, ma secondo quanto annunciato dai media ufficiali è stata dimezzata anche la sua pena. Al momento i due rimarranno agli arresti domiciliare, ma secondo il portavoce dei militari, Suu Kyi e Myint "dovranno affrontare anche altre accuse".

La 76enne ex-leader birmana, infatti, è sotto accusa per altri 11 reati, tra cui quelli relativi alla legge sulle comunicazioni e alla legge sull`import-export per aver posseduto in casa apparecchi walkie-talkie. È anche accusata di violazione della legge anticorruzione e di quella sui segreti di stato. Il verdetto, e la successiva "grazia parziale", sono dunque i primi passi di una serie che, come sottolinea la Bbc, potrebbe costare a Suu Kyi il carcere a vita

Le reazioni dal mondo

Un coro di critiche contro la giunta birmana si è alzato quando è stata diffusa la prima notizia della condanna. "La condanna a seguito di un processo farsa davanti a un tribunale controllato dai militari non è altro che una sentenza motivata politicamente", ha affermato l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet in una nota, chiedendo la liberazione di Suu Kyi.

Anche il governo britannico, nella figura della ministra degli Esteri Liz Truss, ha fortemente contestato la condanna, definendola "un altro spaventoso tentativo del regime militare di soffocare l'opposizione e sopprimere la libertà e la democrazia". Nella nota, diffusa dal Foreign Office, si legge ancora: "Il Regno Unito chiede al regime di rilasciare i prigionieri politici, impegnarsi nel dialogo e consentire un ritorno alla democrazia. La detenzione arbitraria di politici eletti rischia solo di creare ulteriori disordini".

Sulla stessa linea Amnesty International. La giunta militare che governa il Myanmar "soffoca le libertà". "Le dure condanne inflitte a Aung San Suu Kyi sulla base di accuse fasulle sono l'ultimo esempio della determinazione dei militari di eliminare ogni opposizione e soffocare le libertà in Myanmar" ha scritto in una nota l'organizzazione.