Nizza, la vita dannata dell'attentatore: alcol, droga e sesso sfrenato

Rapporti con donne e uomini, poi l'improvvisa conversione alla Jihad

Mohamed Lahouaiej Bohulel, l'attentatore di Nizza (Afp)

Mohamed Lahouaiej Bohulel, l'attentatore di Nizza (Afp)

Nizza, 19 luglio 2016 - Per dirla con il procuratore di Parigi Francois Molins, il macellaio di Promenade des Anglais era l’esatto contrario di un buon musulmano. «Mohamed Lahouaiej Bohulel era non praticante, anzi non interessato a questioni religiose, era un mangiatore di maiale, bevitore di alcool, consumatore di droghe, violento anche con la moglie e i figli e con una vita sessuale sfrenata». Donne, molte, ma anche uomini, compreso un amante di 74 anni, già sentito dalla polizia. Era palestrato, sempre vestito all’occidentale, amante dei balli latini, specialmente la salsa. A casa sua sono stati trovati 200 grammi di cocaina, 2600 euro in contanti e 11 telefonini.    La magistratura francese ritiene che si fosse radicalizzato recentemente, ma senza che si possa stabilire un legame con nessun gruppo. Suo zio Sarok Bohulel, che cita come fonte altri parenti che vivevano a Nizza, in una intervista all’agenzia Ap, sostiene che il nipote «era stato indottrinato da un algerino, uno di Daesh». Ma la procura, che pur ipotizza una rete logistica a sostegno (che gli ha fornito la pistola Unique calibro 7.65 con la quale ha sparato alla polizia) per la quale ha fatto sette fermi, non conferma e non smentisce.   «In questa fase – dice Molins – non si può stabilire con certezza una affiliazione diretta tra il 31enne e lo Stato Islamico, né legami con individui che si richiamano all’organizzazione, ma la radicalizzazione può avvenire più rapidamente quando si tratta di personalità disturbate o di individui affascinati dall’ultraviolenza. L’esame del suo computer mostra un interesse recente verso il jihadismo radicale». «A partire dal primo luglio e fino al tredici – dice il procuratore – aveva fatto delle ricerche su internet per raccogliere informazioni sui festeggiamenti in programma a Nizza, sull’attacco terroristico di Orlando in Florida, sulle sparatorie di Dallas e sull’omicidio di una coppia di poliziotti a Magnanville, periferia di Parigi, il mese scorso. Su tragici incidenti stradali e su una armeria. Ha fatto ricerche quasi quotidiane sulle sure del corano e sui nasheed, i canti corali a carattere religioso utilizzati dai miliziani dello Stato Islamico».   Dall'esame del suo computer sono emerse inoltre «immagini molto violente legate all’Islam radicale e in particolare a dei combattenti con la bandiera dell’Isis», ma anche delle copertine del giornale Charlie Hebdo, delle foto di bin Laden e del capo jihadista algerino Mokhtar Belmokhtar. Molins ha anche spiegato che «da otto giorni Bohulel si era lasciato crescere la barba e aveva smesso di bere», sottolineando che «il significato era religioso». Di una cosa gli inquirenti sono sicuri: la strage è stata attentamente pianificata. «L’attacco era premeditato, come conferma la prenotazione del camion fatta il 4 luglio (lasciando una cauzione di 1600 euro) e i diversi sopralluoghi effettuati sulla Promenade a bordo del mezzo. L’uomo ha messo in regola l’iscrizione scolastica dei suoi figli il 7 luglio, ha venduto il giorno prima dell’attentato la sua Toyota e spedito soldi alla famiglia a Sousse, ma ha tenuto alcune migliaia di euro per sé. L’ultimo prelievo al bancomat, 550 euro prelevati su 1000 richiesti, è stato il 14 luglio stesso. Forse, dopo la strage, sperava ancora di riuscire scappare.