Morti Bataclan Parigi, Salah Abdeslam piange e chiede perdono per l'attentato

Durante l'ultimo interrogatorio durante il processo per terrorismo, l'uomo ha chiesto di essere "odiato con moderazione"

 Salah Abdeslam (combo)

Salah Abdeslam (combo)

Un pentimento reale? Impossibile saperlo. Di certo è la prima volta in cui il suo volto è rigato di lacrime. Salah Abdeslam, unico sopravvissuto del gruppo di attentatori che il 13 novembre 2015 hanno provocato la morte di 130 persone a Parigi fra il teatro Bataclan, il Le Carillon, il Le Petit Cambodge, il Café Bonne Bière, La Casa Nostra, La Belle Equipe e lo Stade de France, per la prima volta scoppia in lacrime e chiede scusa alle vittime.

 Salah Abdeslam (combo)
Salah Abdeslam (combo)

"Voglio presentare le mie condoglianze e le mie scuse a tutte le vittime - ha detto dalla gabbia degli imputati alla fine del del suo ultimo interrogatorio al processo in corso sugli attentati -. So che l'odio continua, ma oggi vi chiedo di detestarmi con moderazione".  Salah Abdeslam la sera dell'attentato avrebbe dovuto farsi esplodere in un bar del tredicesimo arrondissemen, me poi aveva rinunciato alla vista di quei ragazzi che gli assomigliavano e si divertivano. Alla domanda di una dei suoi legali, Olivia Ronen, se rimpiangesse di non averlo fatto, ha risposto: "Non lo rimpiango, non ho ucciso quelle persone e non sono morto". Salah si è poi messo a piangere parlando del dolore di sua madre e ha chiesto perdono anche agli altri tre imputati con lui, accusati di averlo aiutato durante la fuga: "Non volevo trascinarvi in tutto questo" ha detto. "Se le mie scuse potessero fare bene a una sola delle vittime, per me sarebbe una vittoria. È tutto quello che ho da dire" ha concluso.