Roma, 22 giugno 2025 - Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, nel corso di una conferenza stampa a Istanbul, ha escluso l'apertura immediata di canali diplomatici dopo gli attacchi Usa alle strutture nucleari iraniane, definendoli una "violazione imperdonabile del diritto internazionale". E domani vola a Mosca da Vladimir Putin.
Araghchi ha denunciato l'azione militare statunitense come una grave aggressione nel mezzo di un processo diplomatico in corso, definendolo un tradimento. Ricordando che di aver incontrato appena venerdì i ministri degli Esteri di Regno Unito, Francia e Germania (E3), e all'Alto rappresentante dell'Ue, Kaja Kallas, ha sottolineato: "Gli Stati Uniti, non soddisfatti delle loro azioni ostili, hanno ora scelto deliberatamente un'operazione militare pericolosa e un'aggressione contro il popolo iraniano. L'amministrazione statunitense porta la responsabilità esclusiva e totale per le conseguenze delle sue azioni, compreso il diritto della Repubblica Islamica dell'Iran all'autodifesa".

Il ministro degli Esteri iraniano, ha annunciato: "Domani terrò consultazioni serie con il presidente russo e continueremo a lavorare insieme", definendolo "un amico dell'Iran" con cui Teheran "si consulta sempre". E ha attaccato Trump, che ha tradito anche chi lo ha eletto: "Mentre il presidente Trump è stato eletto con la promessa di porre fine al costoso coinvolgimento dell'America in guerre infinite sempre nella nostra parte del mondo, ha tradito non solo l'Iran abusando del nostro impegno alla diplomazia, ma ha anche ingannato i suoi stessi elettori".
"Il mio Paese è stato attaccato, aggredito, e noi dobbiamo rispondere sulla base del nostro legittimo diritto all'autodifesa, e lo faremo finché sarà necessario”, ha aggiunto. "Attaccare un impianto nucleare di per sè è una violazione imperdonabile del diritto internazionale e va condannata", svelando di aver già avuto colloqui con "diversi ministri degli Esteri della regione" e specificando che "quasi tutti sono molto preoccupati e interessati a svolgere un ruolo per porre fine a questa aggressione da parte di Israele, naturalmente".
"Il Trattato di non proliferazione (Tnp) non è riuscito a proteggere l'Iran e il suo programma nucleare pacifico e questa è questione seria", ha tuonato Araghchi in risposta a una domanda sulla possibilità che Teheran si ritiri dal Trattato. "Non posso rivelare cosa faremo", ha aggiunto il capo della diplomazia dell'Iran, mentre in patria si moltiplicano gli appelli politici al ritiro dal Tnp.
Infine ha affermato: "Credo che non spetti all'Iran rispondere, dovrebbe essere l'intera comunità internazionale a reagire a una minaccia così evidente alla Carta delle Nazioni Unite". "L'Iran non ha fatto nulla di sbagliato, non capiamo perché dovremmo essere attaccati in base a false accuse. Sono 20 anni che cerchiamo di dimostrare che il nostro programma è pacifico e resterà pacifico. L'Iran si riserva tutte le opzioni per difendere i suoi interessi, il proprio territorio, la sovranità, la sicurezza e il popolo con tutti i mezzi necessari, non solo contro l'aggressione militare degli Stati Uniti, ma anche contro le azioni sconsiderate e illegali del regime israeliano", ha concluso Araghchi.