Sonda sull'asteroide Ryugu, ecco il touchdown

Previsti altri due contatti ravvicinati per raccogliere campioni. La bussola stellare Star Tracker è prodotta in Italia

Yuichi Tsuda dell'Agenzia aerospaziale nipponica Jaxa (Ansa Ap)

Yuichi Tsuda dell'Agenzia aerospaziale nipponica Jaxa (Ansa Ap)

Tokyo, 22 febbraio 2019 - Missione compiuta per una sonda giapponese che veleggia a 340 milioni di chilometri dalla Terra. Hayabusa-2 ha raggiunto l'asteroide Ryugu. Un contatto breve, giusto il tempo di lanciare un arpione per sollevare frammenti del corpo celeste e raccoglierli, per poi tornare a pedinarlo a distanza ravvicinata in condizioni di sicurezza. Lo conferma l'Agenzia spaziale giapponese Jaxa. "Abbiamo fatto il touchdown nelle migliori condizioni", ha commentato soddisfatto Yuichi Tsuda, responsabile di Hayabusa-2.

Con questo prelievo, il primo dei tre tentativi di contatto programmati della missione, si cercheranno tracce per capire come è arrivata la vita sulla Terra. Si pensa che l'asteroide Ryugu contenga materia organica e acqua, elementi che risalgono a 4,6 miliardi di anni fa, quando cioè il Sistema solare era ancora in formazione.

A guidare la sonda verso Ryugu, per poi assisterla nel suo viaggio di ritorno verso la Terra, c'è una bussola stellare, il sensore Star Tracker, un gioiello della tecnologia prodotto da Leonardo a Campi Bisenzio, presso Firenze, capace di calcolare, con una frequenza di impulsi pari a dieci volte al secondo, l'orientamento e la traiettoria. È lo stesso sensore usato in molte missioni spaziali americane (Nasa) ed europee (Esa, Asi), che è a bordo anche di Osiris-Rex, missione americana che persegue l'obiettivo di riportare sulla Terra campioni di asteroide, e che guiderà a breve Prisma, la missione italiana in partenza a marzo, che permetterà di osservare la Terra come mai fatto prima.

Intanto, attorno allo studio degli asteroidi, si intrecciano nuove ipotesi sulla scomparsa dei dinosauri. Due studi pubblicati sulla rivista Science contribuiranno a riaprire il dibattito su cosa esattamente abbia portato alla scomparsa dei dinosauri circa 66 milioni di anni fa. Fino agli anni '80, la teoria dominante era stata che una forte e lunga eruzione vulcanica avesse causato un rapido cambiamento climatico con emissione di gas nell'atmosfera. Poi gli scienziati scoprirono il cratere Chicxulub causato dall'impatto di un asteroide al largo delle coste caraibiche del Messico, il cui impatto avrebbe portato a cambiamenti nell'atmosfera (inverno nucleare) tali da estinguere rapidamente tre quarti delle forme di vita terrestre. Ora gli autori dei due rapporti pubblicati giovedì sono riusciti a ricreare l'ordine degli eventi alla fine del Cretaceo.