
Giorgia Meloni e Volodymyr Zelensky a Palazzo Chigi il 9 gennaio 2025 (Ansa)
Roma, 7 marzo 2025 – Una proposta dell’Italia che non dispiace all’Ucraina. Il governo di Kiev ha fatto sapere che guarda con interesse all’idea di Giorgia Meloni di estendere l'articolo 5 della Nato all'Ucraina, rilanciata ieri in occasione del Consiglio europeo informale. "Accogliamo con favore questa dichiarazione come parte della discussione sulla fornitura all'Ucraina di garanzie di sicurezza a lungo termine e sulle garanzie di sicurezza e pace in generale", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Heorhii Tykhyi in un briefing a Kiev, come riporta la Reuters sul proprio sito. "Per quanto riguarda questa proposta, siamo in contatto con i nostri colleghi italiani per chiarirne i dettagli", ha spiegato Tykhyi.
La posizione di Giorgia Meloni
"Sulle truppe europee sono molto molto perplessa, non lo considero efficace. Escludo che possano essere inviati soldati italiani. Meglio pensare a soluzioni più durature. Estendere l'articolo 5 della Nato sarebbe una soluzione duratura", aveva detto ieri la premier italiana a margine del vertice dei leader a Bruxelles. Su questa proposta si è espressa anche la vicepremier ucraina Olha Stefanishyna, definendola "molto pragmatica".
Cosa prevede l’articolo 5
L'articolo 5 della Nato è piuttosto esplicito ed è uno dei punti principali su cui si regge l’Alleanza: prevede l'assistenza degli stati membri ad un partner che subisse un attacco. "Le parti convengono - spiega l'articolo - che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l'azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l'uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell'Atlantico settentrionale".