Il vescovo ucraino: "Armi occidentali benedette da Dio. Kiev aspetta il Papa"

A un anno dall’inizio della guerra Bergoglio fa un appello per la pace. Syrokoradjuk, diocesi di Odessa: una sua visita sarebbe importante. "Ai cattolici pacifisti consiglio di andare a fare propaganda a Bucha"

Stanislav Syrokoradjuk, ordinario della Chiesa cattolica di rito latino di Odessa

Stanislav Syrokoradjuk, ordinario della Chiesa cattolica di rito latino di Odessa

"È ingenuo pensare a una qualche mediazione con Vladimir Putin, lui non riconosce alcuna autorità, nemmeno quella del Papa che spero venga in Ucraina, ma non può far miracoli e all’inizio del conflitto è stato troppo prudente verso il presidente russo. Si sta consumando un genocidio ai danni di noi ucraini, Mosca vuole cancellarci, il mondo deve rendersene conto e continuare ad aiutarci". Anche con l’invio "di armi che sono una benedizione di Dio così come ogni mezzo necessario a salvare vittime innocenti". Si corre il rischio di non comprendere parole così nette sulla bocca di un vescovo, per giunta religioso francescano, se non si riportano indietro le lancette della cronaca. Esattamente a un anno fa, a quando anche la vita del 66enne Stanislav Syrokoradjuk, ordinario della Chiesa cattolica di rito latino di Odessa, è piombata nell’abisso profondo del terrore dei raid russi e della minaccia costante di un’occupazione della città-terrazza sul mar Nero da parte delle stesse truppe del Cremlino.

Sono trascorsi dodici mesi dall’attacco di Mosca all’Ucraina: avrebbe mai immaginato che sareste riusciti a resistere?

"È da oltre otto anni che siamo in guerra con la Russia, conosciamo il suo potenziale bellico. C’è un’enorme disparità di forze in campo, ma con la nostra tenacia stiamo riuscendo a non soccombere".

Dopo la visita del presidente statunitense, Joe Biden, papa Francesco è rimasto l’unico grande leader mondiale a non essere ancora venuto a Kiev. È deluso da questa assenza?

"Spero che il Pontefice possa venire nel momento più opportuno. Sono convinto che tutto questo accadrà".

Che cosa significherebbe per voi ucraini?

"Sarebbe il segno di una sua benedizione nei nostri confronti".

Non pensa che, volendo la Santa Sede giocare un ruolo attivo di mediazione nel conflitto, una visita del Papa nella sola Kiev a sarebbe controproducente?

"Ritenere che possa esserci una mediazione con Putin è pura ingenuità. Il presidente russo non riconosce alcuna autorità, compresa quella spirituale del Pontefice".

La Santa Sede sta facendo tutto il possibile per raggiungere la pace?

"Sì, credo che stia mettendo in campo quanto è a sua disposizione. Tuttavia neanche il Papa può fare miracoli".

Crede che Bergoglio sia troppo prudente verso Putin?

"Ritengo lo sia stato".

Un anno dopo l’avvio dell’invasione russa in territorio ucraino non si intravede nessuno spiraglio di tregua: chi è che non vuole far tacere le armi?

"Chi ha iniziato questa guerra, è Putin che non vuole la pace. Il suo intento è quello di distruggere tutto, specialmente il popolo ucraino. Il mondo riconosca che si sta perpetrando un genocidio".

Carri armati oggi, jet domani: ritiene davvero che la pace passi solo dal flusso continuo di armamenti occidentali, sempre più pesanti, a sostegno della resistenza di Kiev?

"Quando scoppia un incendio e l’acqua a disposizione è troppo scarsa, tanto da non riuscire a spegnere le fiamme, bisogna utilizzare qualsiasi mezzo per contrastare il fuoco. Proprio questo sta succedendo in Ucraina, è un incendio devastante che deve essere spento".

Queste armi dell’Occidente sono una benedizione del Signore?

"Ogni tipo di arma che difende e salva una vittima innocente è una benedizione di Dio al pari di qualsiasi mezzo utile a tutelare e risparmiare una vita umana".

Non ha paura che si inneschi una terza guerra mondiale, con tanto di minaccia nucleare?

"Il timore c’è, ritengo sia normale. Però non abbiamo altra scelta. L’Ucraina non vuole finire sotto la schiavitù del Cremlino".

La responsabilità del conflitto incombe solo su Putin o va imputata all’intero popolo russo?

"All’inizio pensavo fosse attribuibile solo al capo del Cremlino, ma, col passare del tempo, mi sono convinto che tutti i russi stiano dando un appoggio completo a questa guerra, alle distruzioni e agli omicidi. Sono crimini che provocano la punizione di Dio, ricordano il sangue versato da Abele ucciso da Caino".

Che cosa si sente di dire a quei cattolici pacifisti, anche preti e vescovi, che invocano l’avvio di un vero negoziato di pace e si oppongono all’invio di armi a Kiev da parte dell’Occidente?

"Vorrei dare loro un consiglio: andate a fare propaganda a Bucha, Mariupol, Izjum, Bakhmut o in altri villaggi distrutti. La Chiesa in Ucraina prega per una pace giusta e per chi non rimane alla finestra, limitandosi a guardare il nostro Paese che sta bruciando".