Armageddon nucleare, il significato delle parole di Biden

Il presidente degli Stati Uniti ha evocato il rischio di un catastrofico scontro con armi non convenzionali

Esplosione nucleare (Archivio)

Esplosione nucleare (Archivio)

Washington, 7 ottobre 2022 - Le parole di Joe Biden sul rischio di un Armageddon nucleare hanno scosso l'America e il mondo intero. Il presidente Usa ha preso sul serio la minaccia di Vladimir Putin di usare una bomba nucleare, tanto da aver evocato la biblica battaglia finale tra il Bene e il Male. Un rischio atomico reale per la prima volta per gli Usa "dalla crisi dei missili di Cuba". E secondo un Biden apparso molto preoccupato, "le cose continuano a peggiorare lungo la strada che hanno preso". 

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L'analista della Cnn Stephen Collinson ritiene che il numero uno della Casa Bianca "potrebbe riaffermare una misura di deterrenza" dopo che Putin ha avvertito che non stava bluffando. "E' agghiacciante" sentir parlare un presidente americano di un tale catastrofico pericolo", spiega Collins, ma "anche un po' rassicuranti perché rivelano un presidente profondamente consapevole dei rischi di un'escalation con il volatile leader del Cremlino". Secondo l'analista i commenti del presidente sono un chiaro messaggio, "indipendentemente dal fatto che fossero destinati al consumo pubblico o meno", allo zar: "qualsiasi uso di armi nucleari, anche un dispositivo da campo di battaglia più piccolo, potrebbe creare una cascata di conseguenze che potrebbe portare a un disastro globale". 

Biden ha usato il termine ebraico (ma anche latino e greco) Armageddon che indica, secondo il Nuovo Testamento, un luogo dove si svolgerà la battaglia finale tra i re della Terra (radunati dai demoni) e Dio, lo scontro decisivo tra il Bene e il Male. Il luogo secondo l'unico verso in cui viene citato nel libro sacro indicherebbe una località in Israele oggi chiamata Tel Megiddo, a circa 15 km a sud-sudovest di Nazaret. Nell'Antico Testamento il luogo è citato come luogo di molte battaglie decisive nell'antichità e considerato simbolo di strage e disfatta.

Nel Cattolicesimo il termine Armageddon viene usato solo nell'Apocalisse (16,16) quando gli angeli versano "le sette coppe dell'ira di Dio" sulla Terra per punire contro la comunità degli adoratori della bestia. L'Armageddon viene dopo il versamento della sesta coppa: i flagelli dei capitoli precedenti avevano lo scopo del pentimento di chi ha peccato, mentre questi hanno lo scopo di rendere manifesta la vera natura dei seguaci della bestia e di ripristinare la giustizia, in risposta al grido di chi ha subito l'ingiustizia. 

Nel testo viene sottolineata la differenza fondamentale tra la vendetta divina e quella umana: mai l'Apocalisse giustifica la violenza umana, che rappresenta proprio "il marchio della bestia" e scatena l'ira di Dio. Invece chi porta "il marchio di Dio" rifiuta la violenza, la subisce ma non passivamente, nella convinzione che non sia inevitabile e che non avrà l'ultima parola. Quindi la giustizia divina distruggerà il male, mentre la misericordia di Dio concederà "ancora un poco" di tempo per pentirsi a chi lo commette. Infatti nel testo dell'Apocalisse la battaglia finale è l'ultimo colpo di coda del demonio, dove Dio ha già vinto la battaglia, ma il male, prima della sconfitta definitiva, tenterà di mietere quante più vittime possibile.

Nell'Apocalisse c'è la ferma convinzione che tutte le azioni hanno delle conseguenze e che non si può evitare di affrontarle: chi ha sparso sangue, dovrà, per inevitabile conseguenza, dovrà bere sangue.