Giovedì 25 Aprile 2024

Arabia Saudita, attacchi alle raffinerie. Riad mostra i resti dei droni: "Sono iraniani"

Per i militari sauditi i missili e i droni che hanno colpito gli impianti petroliferi sono arrivati da "nord": non sono dei ribelli yemeniti, ma di Teheran. L'Onu invia gli ispettori

I resti dei droni e del missile Cruise che hanno colpito gli impianti sauditi (Ansa)

I resti dei droni e del missile Cruise che hanno colpito gli impianti sauditi (Ansa)

Riad, 18 settembre 2019  - Riad non ha dubbi, gli attacchi alle raffinerie petrolifere dell'Arabia Saudita sono di marca iraniana e sono arrivati da "nord". I militari sauditi, in conferenza stampa, hanno mostrato un missile Cruise e droni usati, forse dai ribelli yemeniti Houthi o direttamente dall'Iran, per colpire gli impianti, affermando con certezza che sono di Teheran. Le installazioni sono state attaccate con 18 droni e 7 missili da crociera iraniani, rivelano fonti del ministero della Difesa saudita.

Il raid dei droni ha messo temporaneamente in ginocchio la produzione saudita di greggio, per questo il governo di Riad sta lavorando alla "localizzazione esatta" del luogo da cui i velivoli sono partiti, che non sarebbe lo Yemen.

L'Iran continua a sostenere che l'attacco alle strutture petrolifere saudite "è un avvertimento" dei ribelli sciiti yemeniti Houthi, che hanno rivendicato gli attacchi di sabato scorso, ai sauditi. Secondo il presidente iraniano Hassan Rohani,riportano i media di Teheran, ha sottolineato che l'Iran non vuole innescare un conflitto nella regione, e è tornato ad accusare gli Stati Uniti, e la coalizione a guida saudita nello Yemen, di essere i responsabili delle tensioni. 

Anche gli Stati Uniti ritengono che gli attacchi agli impianti petroliferi sauditi siano partiti dall'Iran sudoccidentale. I missili, secondo gli investigatori, hanno sorvolato il sud dell'Iraq e lo spazio aereo kuwaitiano prima di raggiungere i loro obiettivi. A supporto di queste tesi c'è l'annuncio del Kuwait, risalente a lunedì, di aver avviato un'indagine sui rapporti di avvistamenti di droni o missili poco prima che gli obiettivi sauditi fossero colpiti. 

Ma c'è aria di guerra nella regione e Il vice presidente americano, Mike Pence, è stato chiaro: "L'esercito americano è pronto". Il segretario di Stato, Mike Pompeo, è a Riad "per definire la strategia". La Francia è più cauta e intende "accertare attentamente i fatti" prima di qualsiasi reazione, ha detto oggi un portavoce del Ministero degli Affari Esteri citato da Le Figaro. 

Il re Salman d'Arabia Saudita ha assicurato che il suo Paese "ha le capacità per affrontare gli attacchi vili". Così, visto il crescere delle tensioni l'Onu ha deciso di inviare i propri ispettori in Arabia saudita per indagare sugli attacchi.

Il greggio, che aveva visto aumenti del 15%, è tornato a scendere dopo l'impennata di ieri grazie alle notizie secondo cui la produzione saudita potrebbe essere ripristinata entro due o tre settimane: il Brent è sceso oltre il 6% arrivando a quota 64 dollari. 

TRUMP: NUOVE SANZIONI - E intanto Donald Trump, fa sapere di avere ordinato un aumento "sostanziale" delle sanzioni contro Teheran, i cui dettagli verranno rivelati entro 48 ore. Inoltre il presidente Usa afferma di avere "molte opzioni" per rispondere all'Iran. 

Washington non ha ancora fatto avere i visti alla delegazione iraniana per partecipare all'Assemblea generale dell'Onu, al via il 24 settembre. Così Hassan Rohani e il suo ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif sono pronti a disertare la riunione. Ma la questione è ancora aperta per l'intervento del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.