Fisco, tribunale Ue dà ragione a Apple e Irlanda. Gentiloni: "Stop concorrenza sleale"

L'esecutivo Ue aveva accusato il colosso tecnologico di aver trasferito i ricavi per godere di un regime fiscale agevolato, ma "non ha dimostrato l'esistenza di vantaggio anticoncorrenziale". Dublino: "Mai fatti trattamenti di favore"

Paolo Gentiloni (Ansa)

Paolo Gentiloni (Ansa)

Bruxelles, 15 luglio 2020 - La Corte di giustizia Ue ha annullato la decisione dell'antitrust di Bruxelles, che chiedeva a Apple di rimborsare all'Irlanda 13 miliardi di benefici fiscali. L'esecutivo europeo aveva preso la decisione nel 2016, ritenendo che Apple avesse beneficiato di vantaggi fiscali tra il 2003 e il 2014: secondo la Commissione, Apple aveva ricondotto in Irlanda, per godere di un regime fiscale favorevole, l'insieme dei ricavi realizzati in Europa, Africa, Medio Oriente e India, grazie a un accordo con le autorità di Dublino. Questi vantaggi concessi dall'Irlanda, a favore di Apple, per la Commissione costituivano aiuti di Stato illegali e Bruxelles aveva dichiarato incompatibili tali aiuti con le regole relative al mercato interno. Con la sentenza odierna, la partita si ribalta. Il Tribunale, infatti, annulla la decisione dell'esecutivo Ue perchè "non ha dimostrato, in misura sufficiente dal punto di vista del diritto, l'esistenza di un vantaggio anticoncorrenziale". Per Bruxelles si tratta di una clamorosa sconfitta

Secondo la Corte di Giustizia, dunque, "la Commissione ha sbagliato a dichiarare che la Apple ha avuto un vantaggio selettivo e quindi, per estensione, un aiuto di Stato". Bruxelles, ha aggiunto il Tribunale, "ha concluso erroneamente" che le autorità fiscali irlandesi "hanno dato ad Apple un vantaggio selettivo", avendo consentito loro di non imputare alle loro filiali irlandesi i redditi ottenuti dalle vendite fuori dall'America. L'esecutivo Ue "avrebbe dovuto dimostrare che il reddito rappresentava il valore delle attività realmente portate avanti dalle filiali irlandesi". Infine, conclude la Corte, "la Commissione non è riuscita a dimostrare errori metodologici nel tax ruling contestato, che avrebbe portato ad una riduzione dei profitti di Apple in Irlanda". Per cui, "nonostante il Tribunale si rammarichi della natura incompleta e talvolta inconsistente del tax ruling contestato, i difetti individuati dalla Commissione non sono, da soli, sufficienti a provare l'esistenza di un vantaggio". 

Irlanda: "Accogliamo sentenza con favore"

"Accogliamo con favore la sentenza della Corte europea", ha dichiarato il ministero delle finanze irlandese, affermando che "non c'è mai stato alcun trattamento speciale" per Apple, tassato secondo le norme in vigore nel Paese.

Apple: "Soluzione globale"

"Ringraziamo il Tribunale Ue, siamo lieti abbiano annullato la decisione della Commissione. Questo caso non riguardava l'ammontare delle tasse che paghiamo, ma dove siamo tenuti a pagarle. I cambiamenti che riguardano il modo in cui i pagamenti delle imposte sul reddito di una multinazionale sono ripartiti tra i diversi Paesi, richiedono una soluzione globale e Apple spera che l'impegno verso una soluzione globale continui". È il commento dell'azienda di Cupertino sulla decisione del Tribunale dell'Unione europea. Poi Apple ha aggiunto: "Siamo orgogliosi di essere il più grande contribuente al mondo, poiché conosciamo l'importante ruolo che il pagamento delle tasse svolge nella società, abbiamo pagato oltre 100 miliardi di dollari di imposte sul reddito della società in tutto il mondo nell'ultimo decennio e decine di miliardi in più di altre tasse. Siamo anche orgogliosi di essere un potente motore di crescita economica in Europa". L'anno scorso, ha concluso, "abbiamo speso oltre 13 miliardi di euro con 4.500 fornitori di tutte le dimensioni. La nostra innovazione e i nostri investimenti sostengono più di 1,8 milioni di posti di lavoro in tutta l'Unione Europea". 

Commissione Ue: "Studeriemo sentenza, valutiamo altri passi"

La commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager, commentando la sentenza del Tribunale Ue su Apple, ha fatto sapere che la Commissione studierà "la sentenza e rifletteremo sui possibili altri passi da prendere". Poi ha aggiunto: "La Commissione continuerà a guardare alle misure di pianificazione fiscale aggressiva, alla luce delle regole degli aiuti di Stato, per valutare se risultano in aiuti illegali". E il vicepresidente esecutivo della Commissione Valdis Dombrovskis, in videoconferenza stampa a Bruxelles, ha sottolineato: "Il problema che le grandi multinazionali devono pagare la loro giusta quota di tasse è reso ancora più chiaro dalla sentenza di oggi". Per questo, ha fatto sapere Dombrovskis, "Studieremo attentamente la sentenza e rifletteremo sui possibili prossimi passi". Poi ha concluso: "C'è una questione fondamentale di equità fiscale. Come può essere considerata equo, se una grande compagnia pagava meno dell'1% di tasse in Europa?".

Gentiloni: "Ancora più determinati su Fisco"

"State sicuri che una singola sentenza non scoraggerà il nostro impegno sulla questione" della giusta tassazione dei profitti realizzati nell'Ue, "al contrario". Lo ha sottolinea il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, commentando, in videoconferenza stampa a Bruxelles, la sentenza del Tribunale Ue su Apple. La Commissione europea, ha affermato Gentiloni, mantiene l'orientamento a procedere a una proposta Ue sulla digital tax, se entro la fine dell'anno non si riuscirà a trovare un accordo su scala globale, che resta impegnata a perseguire. "Il nostro primo obiettivo è quello di proseguire gli sfori per una soluzione globale - ha continuato Gentiloni -. Dagli Usa è arrivato il messaggio che ora non è facile, perché la Pandemia richede l'impegno su altre questioni. Ma noi, al G20 ministeriale di questa settimana, ribadiremo che restiamo impegnati a trovare una soluzione quest'anno e, se non saremo in grado, procederemo a formulare una proposta Ue. Perché non si può procedere con i singoli Stati europei in ordine sparso".