Antartide, accoltella il collega scienziato. "Mi rivelava la fine dei gialli"

Arrestato un ricercatore russo. E' il primo tentato di omicidio nella storia del Polo Sud

Oleg Beloguzov e, nella foto piccola, il suo aggressore Sergey Savitsky

Oleg Beloguzov e, nella foto piccola, il suo aggressore Sergey Savitsky

South Shetland, 1 novembre 2018 - Un 'cold case' (dal punto di vista della temperatura) risolto subito e, anche, il giallo più freddo di sempre. Il primo tentativo di omicidio della storia nel continente ghiacciato Antartico è andato in scena il 9 ottobre nella remota base di King George Island, parte del gruppo di isole della South Shetland. Lo scienziato russo Sergey Savitsky ha aggredito a coltellate il collega Oleg Beloguzov perché accusato di «svelare continuamente la fine dei gialli che l’aggressore leggeva». Savitsky per passare i mesi solitari nella stazione di Bellingshausen aveva deciso di immergersi nella lettura di libri caratterizzati dalla suspense del finale misterioso, ma Beloguzov gli rovinava sempre il gusto del thrilling. Dopo svariati scherzi e altrettante liti, Savitsky si è arrabbiato oltre misura. Così l’ingegnere 55enne ha preso un coltello da cucina e l’ha piantato nel petto del collega 52enne.   Le autorità russe hanno riferito che una parte del cuore della vittima è stato colpito. L’uomo, un saldatore, è stato trasportato nell’ospedale più vicino (in Cile) e miracolosamente dovrebbe sopravvivere: è ricoverato in terapia intensiva. I due protagonisti del primo caso di cronaca nera nell’Antartide lavoravano assieme da quattro anni nella stessa struttura. E le fonti investigative sostengono che «lo spoilering dei gialli è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma la vita in mezzo al niente, alienati dal mondo, ha influito nel raptus aggressivo». Così come l’alcol, che avrebbe fatto perdere ancora di più la testa a Savitsky. «Sono entrambi scienziati professionali che hanno lavorato a lungo in queste regioni e nelle nostre basi: gli investigatori riveleranno cosa ha scatenato la furia», ha risposto alla stampa il direttore dell’Arctic and Antarctic Research Institute, Alexander Klepikov.

La stazione, creata dai sovietici nel 1968, è collocata in una delle poche regioni temperate dell’Antartide, dove d’inverno la temperatura si aggira sui 15 gradi. I ricercatori non hanno molte attività su cu contare per trascorrere le ore: guardare due canali televisivi russi, fare ginnastica e leggere libri e manuali della biblioteca. Nella stazione di ricerca (che prende il suo nome dall’esploratore russo del Diciannovesimo secolo, Fabian von Bellingshausen) è presente anche una chiesa ortodossa russa con personale ecclesiastico permanente. Savitsky è stato condotto a San Pietroburgo il 22 ottobre scorso, con l’accusa di tentato omicidio. «Sì, l’ho accoltellato, non ne potevo più, ma non volevo ucciderlo», ha confessato l’arrestato, ora ai domiciliari in attesa del processo a suo carico che dovrebbe iniziare l’8 dicembre.   Savitsky ha detto di «essere rammaricato per ciò che è successo nella sala della mensa» e le indagini hanno rilevato un ruolo dello spazio angusto vitale, in cui i due – avidi lettori di libri – dovevano vivere. L’indagato non ha opposto resistenza al direttore della stazione al momento del fermo e adesso sta collaborando con gli inquirenti.