Anna Frank tradita da un notaio: la svolta da una nuova indagine

La conclusione del team di esperti: Arnold van den Bergh, ebreo, avrebbe fornito l'indirizzo della casa in cui Anna si nascondeva per salvare la sua stessa famiglia

Roma, 17 gennaio 2022 - Arriva da Israele una svolta sul caso di Anna Frank: sarebbe stato il notaio Arnold van den Bergh a tradire la giovane ebrea e la sua famiglia. E' quanto risulta da una nuova indagine condotta da un team di esperti (tra i quali un ex agente dell'Fbi statunitense) sulla cattura della ragazza, autrice del celebre diario che ha raccontato al mondo la tragedia delle persecuzioni naziste.  

L'inchiesta, che è durata sei anni e ha avuto molto risalto sui media israeliani, è giunta quindi alla conclusione che la ragazza, che poi morì nel campo di concentramento di Bergen Belsen nel 1945, sia stata denunciata ai nazisti dal notaio, ebreo anch'egli, che, per salvare la sua stessa famiglia, avrebbe fornito l'indirizzo del luogo in cui Anna si nascondeva. Della trentina di piste seguite dai ricercatori, infatti, questa è quella considerata più probabile, anche se non si arriverà mai a una certezza del 100%.

In particolare, la prova principale delle indagini guidate dall'agente americano del Fbi Vince Pankoke, durante le quali sono state esaminate centinaia di migliaia di documenti in otto paesi e ascoltate 70 persone, è rappresentata dalla copia di una lettera anonima ricevuta dal padre di Anna Frank, Otto, nel 1946 e nella quale viene menzionato il nome del notaio, deceduto nel 1950. L'originale è andato disperso mentre la copia è stata trovata negli archivi della città. Secondo gli inquirenti, questa pista non era mai stata esplorata nel dettaglio fino ad ora.

La famiglia di Anna Frank visse nascosta assieme ad altre quattro persone in una casa tra il 1942 e il 1944. Nell'agosto di quell'anno, il nascondiglio venne rivelato ai nazisti. La famiglia venne deportata. Solo il padre sopravvisse all'internamento. Il notaio sospettato era membro del Consiglio ebraico e inizialmente riuscì a evitare la deportazione. Ma nel 1944, allo scopo di salvarsi e mettere in salvo la moglie e le tre figlie fornì gli indirizzi, stando all'esito dell'inchiesta.

Miep Gies, uno degli aiutanti della famiglia, conservò il diario di Anna Frank fino a quando non fu pubblicato dal padre di Anne, Otto, nel 1947, due anni dopo la morte di Anne. Accattivando l'immaginazione di milioni di lettori in tutto il mondo, il diario è stato poi tradotto in 60 lingue.