Roma, 15 giugno 2025 – “Lasciare che sia la diplomazia a parlare, non le armi”. Questa la posizione che la premier Giorgia Meloni cerca di sostenere e soprattutto di tessere al G7 canadese di Kananaskis, la cui agenda è stata stravolta dall’escalation militare tra Israele e Iran. La presidente del Consiglio cerca di ritagliarsi l’ambito ruolo di mediatrice tra Usa e Iran per favorire una de-esclation del conflitto. Roma, del resto, è già stata sede di colloqui sul nucleare iraniano. Anche se non è detto che l’ammirazione del presidente Donald Trump basti a ottenere il riconoscimento di una capacità diplomatica che al momento l’Europa e l’Italia non sembrano in grado di svolgere nemmeno sul fronte ucraino e di Gaza.
Oggi la premier ha incontrato il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro britannico Keir Starmer per cercare di unificare le voci europee. Potrebbe esserci anche in incontro col presidente francese Emmanuel Macron o fra europei. Domani Meloni dovrebbe vedere Trump, non è ancora chiaro se in un bilaterale o in un incontro informale. Secondo fonti italiane, l’obiettivo sarebbe arrivare a un coordinamento generale con Washington, con cui “non c’è disallineamento”. Anche se le dichiarazioni del presidente Trump, che ieri ha auspicato un ruolo di raccordo nella crisi tra Tel Aviv e Teheran per il presidente russo Vladimir Putin, potrebbe complicare le cose, data anche la concorrenza della crisi russo-ucraina e la presenza martedì in Canada del presidente Volodymyr Zelensky, contrarissimo a ogni riconoscimento di ruolo per Putin. Lo scacchiere mediorientale potrebbe lasciare in secondo piano quello russo-ucraino, ma forse anche condizionarlo a causa dei suoi risvolti sul costo del petrolio.

La crisi in Medio Oriente e il rischio di ripercussioni economiche in ambito petrolifero sarà oggetto stasera di un confronto tra i leader inserito in agenda al termine delle sessioni previste. L’Italia si augura un coordinamento tra Europa e Usa e alla riapertura del tavolo diplomatico sul nucleare iraniano da cui Teheran si è ritirata. È la posizione sostenuta dai partiti della maggioranza, dopo la relazione del ministro degli esteri Antonio Tajani in Parlamento. Mentre le opposizioni obiettano che Israele agisce al di fuori della legalità internazionale; ma tornano a dividersi sul riarmo europeo contro le associazioni sfilano sabato 21 a Roma, con 5 stelle e Avs in prima fila e il Pd invece no.
Secondo le fonti diplomatiche italiane, Meloni cercherà di ottenere una presa di posizione chiara e unitaria del G7 sulla crisi mediorientale, “anche per l’importanza che questo formato deve continuare ad avere”. Ma l’evoluzione continua del quadro e l’azione di Trump non sembrano per adesso suffragare gli auspici della premier.