I nuovi talebani: al vecchio e iconico Kalashnikov preferiscono l'M4 made in Usa

I fucili dei nemici diventano anche armi di propaganda dopo la sconfitta militare in Afghanistan

Talebani con i fucili made in Usa (Ansa)

Talebani con i fucili made in Usa (Ansa)

Roma, 18 agosto 2021 - Non più gli iconici Kalashnikov, eredità della vecchia guerra coi sovietici, ma i nuovi M4 made in Usa, anch'essi ereditati dai nemici, stavolta, occidentali. I talebani si sono aggiornati nei modi e nelle parole - "in 20 anni ci siamo evoluti", ha detto il loro portavoce Zabihullah Mujahid nella prima storica conferenza stampa dopo la riconquista di Kabul - e hanno cambiato anche immagine e armamenti. Barba e turbanti sono gli stessi, così come la presenza del fucile sempre con sé, ma a differenza del passato proprio questo elemento non è più quello di una volta. E per un combattente non è un dettaglio da poco. 

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I talebani nel palazzo presidenziale con i fucili made in Usa (fermo immagine Al Jazeera)
I talebani nel palazzo presidenziale con i fucili made in Usa (fermo immagine Al Jazeera)

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Sono tante le foto di questi giorni in cui si vedono i talebani - a partire dal drappello che il 15 agosto si è fatto riprendere dalla tv all'interno del palazzo presidenziale di Kabul accomodati sui divani o alla scrivania - che imbracciano armi nuove e di fabbricazione statunitense. E così al fucile d'assalto per eccellenza, l'Ak-47 russo, l'affidabile Kalashnikov con il suo inconfondibile caricatore "a banana", oggetto di ogni guerra sporca dal dopoguerra a oggi e icona di ribelli e terroristi di tutto il mondo, i talebani stanno sostituendo un altro fucile che assume anch'esso un significato simbolico: l'M4, arma a stelle e strisce per antonomasia, prodotta dalla Colt ed evoluzione di quell'M16 che è parte integrante dell'immagine di ogni soldato americano dal Vietnam in poi.

Sono fucili d'assalto in dotazione alle forze Usa, calibro 5.56 Nato, e importati in gran quantità negli ultimi 20 anni per armare l'esercito afghano che - fino al rapido degenerare della missione internazionale in Afghanistan - sarebbero dovuto essere puntati contro i talebani e non invece finire imbracciati proprio da loro ed esibiti a favore di tv e social network di tutto il mondo. Un M4 in mano a un mujaheddin è anche un'arma di propaganda di grande effetto. E martedì, davanti alla disfatta conclamata dei piani occidentali per il futuro dell'Afghanistan, il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha dovuto ammettere che i talebani sono entrati in possesso di una "buona quantità" di materiale militare americano: "E naturalmente - ha aggiunto Sullivan - non abbiamo l'impressione che ce lo renderanno volentieri".

Talebani con i fucili made in Usa (Ansa)
Talebani con i fucili made in Usa (Ansa)

Gli Stati Uniti hanno speso circa 83 miliardi di dollari per armare e addestrare le forze di sicurezza afghane negli ultimi 20 anni. Ma proprio il nuovo esercito locale preparato per difendere il Paese è crollato rapidamente, in alcuni casi senza neppure sparare un colpo, e alla fine a beneficiare del grande investimento americano sono stati proprio i nemici. I talebani prima ancora del potere politico, si sono assicurati un armamentario nuovo e moderno, ben fornito e - in apparenza - pure gratis.

Sono numerosi i video sui social network di talebani che entrano in possesso di grandi quantità di armi abbandonate dagli americani o di basi militari Usa evacuate velocemente, oppure di caserme dell'esercito afghano deserte, dove è bastato passare a raccogliere ciò che è stato lasciato dopo la frettolosa partenza: tonnellate di fucili, pistole, munizioni, equipaggiamenti vari, oltre che veicoli di vario genere. Un bel bottino di guerra per i vincitori. 

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