Venerdì 19 Aprile 2024

Afghanistan, attentati per le elezioni: 56 morti e oltre 200 feriti

Sangue sul voto: i talebani hanno messo a segno attacchi in tutto il Paese. Ma i cittadini non si sono lasciati intimidire

Donne al voto in Afghanistan (Ansa)

Donne al voto in Afghanistan (Ansa)

Roma, 20 ottobre 2018 -  Sono state elezioni nel caos e nel sangue. Un primo bilancio della prima giornata delle elezioni per la Wolesi Jirga, la camera bassa del parlamento afghano, parla di almeno 56 morti e 238 feriti. Nonostante il governo di Kabul abbia schierato 70 mila uomini a protezione dei seggi, i talebani, che avevano promesso attacchi in tutto il Paese, sono stati di parola, ma va sottolineato che una larga parte degli 8.8 milioni di elettori non si è fatta intimidire, si è recata ai 21 mila seggi e ha votato, con file lunghissime. Un atto di coraggio e di fede nella democrazia come strumento per avere un Afghanistan finalmente pacificato. 
La Commissione elettorale indipendente, visti i gravi problemi di organizzazione della macchina elettorale, ha mantenuto oggi aperti molti seggi per 5 ore più del previsto e alcuni li riaprirà domani: tra questi, quelli del disrtetto di Quarabagh, a Kabul. In condizioni simili è evidente che il rischio di brogli è altissimo. Ma questa non è una novità, in Afghanistan. 
 
Dopo l’attacco a Kandahar dei giorni scorsi la Commissione elettorale indipendente ha posticipato di una settimana il voto nell’intera provincia meridionale. Voto rinviato anche nella provincia di Ghazni e in 11 distretti elettorali (5 in Helmand, 2 in Badakshan, gli altri nelle pronvice di Baghlan, Sari Pul e Zabul) dei 400  del Paese, perchè sotto controllo talebano. 
In ogni caso, dicono alla Commissione Elettorale Indipendente, i risultati non saranno resi noti prima di metà novembre. Le elezioni per la Camera bassa dovevano tenersi nel 2015, ma sono state ritardate dallo scontro sulla legge elettorale seguito all’impasse delle presidenziali del 2014. I quasi 2500 candidati (tra i quali 417 donne) che corrono per i 249 seggi, dovranno attendere. Da notare che nella campagna elettorale ben dieci di loro sono stati uccisi. 
 
L’attacco più grave c’è stato ieri  alla periferia di Kabul, nella zona del 15° distretto di polizia dove un attentatore suicida si è fatto esplodere vicino a una fila di elettori: morti 5 agenti di polizia e 10 elettori, feriti altri 15 elettori. Sempre a Kabul, in vari attacchi altri 4 morti e 85 feriti. Nella provincia di Baghlan ci sono stati 8 morti e 45 feriti per il fuoco di razzi e mortai contro alcuni seggi, a Ghor sono stati uccisi in un agguato 4 poliziotti, nella provincia orientale del Nangarhar ci sono stati 20 morti e 50 feriti in vari attacchi, nella provicia settentrionale di Kunar 5 morti e 38 feriti per attacchi con mortai, un morto e 4 feriti nella provicia di Paktika. Altri feriti a Farah e in altre province.
 
A diciassette anni dall’intervento americano contro i talebani, il paese è tutt’altro che pacificato e le prospettive non sono rosee: tutto lascia credere che, con le trattative di pace periodicamente avviate e altrettanto peridicamente finite in un vicolo cieco,  l’insorgenza continuerà per anni e che il governo centrale potrà mantenersi in sella solo ed esclusivamente grazie agli aiuti e all’assistenza militare occidentale, abbastanza forte da proteggere le città principali, ma non in grado però di garantirgli il pieno controllo del Paese.