Afghanistan, offensiva talebana su Mazar-i Sharif: "Cade l'ultima roccaforte del nord"

Miliziani a 20 chilometri dalla città più importante del nord: migliaia in fuga. E in Europa 6 Paesi chiedono il rimpatrio dei profughi afghani

Guerra in Afghanistan: i talebani avanzano verso nord (Ansa)

Guerra in Afghanistan: i talebani avanzano verso nord (Ansa)

Roma, 10 agosto 2021 - Prosegue l'avanzata dei talebani in Afghanistan per riconquistare subito - a poche settimane dal ritiro di tutti i contingenti Usa e Nato dal Paese - il controllo di tutte le province. E dopo la caduta di Kunduz due giorni fa e la riconquista di quasi tutto il nord del Paese - che ha segnato il ritorno sotto il controllo talebano di oltre 80% dell'Afghanistan e ha garantito un punto d'accesso strategico per arrivare fino a Kabul - la prossima offensiva è attesa a Mazar-i Sharif.

Le strade sono semideserte e molti abitanti fuggono da Mazar-i Sharif, la più importante città nel nord dell' Afghanistan - e la quarta del Paese - a cui i talebani si stanno avvicinando, dopo avere conquistato 6 capoluoghi di provincia nel nord e nord-est in un'offensiva lampo a partire da venerdì. Ieri è stato lanciato l'assalto anche al centro di Farah e - denuncia l'Unicef - 27 bambini sono rimasti uccisi in 72 ore nel Paese. Oggi i talebani sono entrati a Pol-e Khomri, capoluogo della provincia di Baghlan, e ottava città del nord conquistata. Un giornalista di Voa (la tv governativa Usa "Voice of America") riporta che ieri alcuni profili sui social media vicini ai talebani avevano sparso la notizia che i miliziani avevano già iniziato ad attaccare Mazar-i Sharif da quattro direzioni, ma poi l'annuncio si è rivelato falso.

Gli unici combattimenti segnalati finora si svolgono vicino ad una base dell'esercito governativo nel distretto di Dihdadi, che comunque è a non più di 20 chilometri dalla città. "Abbiamo sentito che i talebani stanno arrivando, la gente ha paura, il 50% dei negozi è chiuso", ha detto a Voa un residente. Sono decine di migliaia le persone in fuga dai combattimenti, mentre emergono testimonianze di maltrattamenti e saccheggi ad opera dei miliziani, che si nascondono nelle case dei civili per sfuggire ai bombardamenti delle forze governative. E che la caduta di Mazar-i Sharif è ormai imminente viene confermata anche dalla fuga dei diplomatici presenti nella città. Dopo la Russia e la Turchia, anche l'India ha deciso di chiudere temporaneamente ed evacuare da oggi il suo consolato nella città del nord dell' Afghanistan.

Il nord è la parte dell' Afghanistan tradizionalmente più ostile ai talebani. Se gli insorti riuscissero a conquistare Mazar-i Sharif, capoluogo della provincia di Balkh, per loro sarebbe un successo decisivo non solo militare ma anche politico. Nel 1998, quando i talebani conquistarono per la prima volta la città, assaltarono il consolato dell'Iran, uccidendo 8 membri del personale e un giornalista dell'agenzia Irna. L'episodio portò gli stessi talebani e Teheran sull'orlo di una guerra.

Il primo vice presidente afghano, Amrullah Saleh, ha esortato le agenzie umanitarie ad assistere le famiglie che ogni giorno lasciano le loro case per raggiungere Kabul, dove però non hanno altre alternative che vivere in strada. "Finora da Kabul abbiamo ricevuto richieste di aiuto da 17.000 famiglie, circa 120.000 persone provenienti dalle province settentrionali e nord-orientali", ha segnalato Reza Baher, portavoce del ministero per i Rifugiati. Il numero potrebbe aumentare drammaticamente nei prossimi giorni e dal nord molti profughi stanno fuggendo nel vicino Iran. L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) si è detta "estremamente preoccupata" per la rapida escalation del conflitto nell'ultima settimana. "Molti altri civili rischiano di restare intrappolati. Gli sfollati interni dall'inizio dell'anno, secondo le stime, sono circa 400mila, di cui 244mila da maggio". 

L'offensiva talebana sta causando migliaia di sfollati (Ansa)
L'offensiva talebana sta causando migliaia di sfollati (Ansa)

Intanto - dopo il disimpegno militare definitivo voluto da Joe Biden dopo 20 anni che già a luglio ha smobilitato la maggioranza delle truppe Usa e che formalmente si concluderà il 31 agosto - si cerca di portare avanti le iniziative diplomatiche. L'inviato speciale Usa per l' Afghanistan, Zalmay Khalilzad, si sta recando a Doha in Qatar per esortare i talebani a fermare la loro offensiva militare e negoziare un accordo politico, ha annunciato il Dipartimento di Stato americano. Da parte dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, è invece arrivata l'esortazione verso le parti coinvolte nei combattimenti a porre fine alle ostilità e ha chiesto in particolare ai talebani di interrompere le operazioni militari dell'offensiva che li ha visti conquistare le città del nord in pochi giorni.

In Europa invece è di oggi la richiesta di 6 Paesi Ue a continuare con i rimpatri "volontari e non" dei migranti irregolari in Afghanistan. Lo chiedono i ministri degli Esteri di Germania, Austria, Paesi Bassi, Danimarca, Belgio e Grecia in una lettera indirizzata ai commissari Ue Margaritis Schinas e Ylva Johansson. Pur riconoscendo la "delicata situazione in Afghanistan alla luce del ritiro delle truppe internazionali", i ministri sottolineano "l'importanza di rimpatriare chi non ha reali esigenze di protezione", aggiungendo che "fermare i rimpatri invia un segnale sbagliato ed è probabile che motiverà ancora più cittadini afgani a lasciare casa per dirigersi in Ue".