Giovedì 18 Aprile 2024

Libero dopo 23 anni di carcere grazie a un podcast. Il caso di Adnan Syed

Fu condannato all'ergastolo per omicidio nel 2000. Dopo aver passato metà della sua vita dietro le sbarre, ieri è stato liberato

Adnan Syed esce dal tribunale, 19 settembre 2022 (EPA/Jim Lo Scalzo)

Adnan Syed esce dal tribunale, 19 settembre 2022 (EPA/Jim Lo Scalzo)

Baltimora, 2 settembre 2022 - Sentenza annullata dopo 23 anni: è stato liberato Adnan Syed, condannato all'ergastolo per un omicidio che ha sempre negato di aver commesso. Il suo caso è stato riaperto grazie anche al podcast Serial, la cui prima stagione racconta la storia di Syed in 12 episodi. Otto anni dopo, oggi è arrivato il tredicesimo episodio, quello finale - forse questa volta davvero - dal titolo 'Adnan Is Out' (Adnan è fuori). 

L'omicidio dell'ex-fidanzata

Il caso risale al 1999, quando la polizia ha trovato il corpo della 18enne Hae Min Lee, ex-fidanzata di Adnan, semisepolto in un bosco di Baltimora. Secondo l'accusa Adnan non aveva sopportato che lei lo avesse lasciato per un altro, quindi l'aveva strangolata. Il ragazzo all'epoca aveva solo 17 anni; ha sempre rivendicato la sua innocenza, sostenendo di essere vittima di pregiudizi anti-musulmani. Nonostante tutti gli sforzi, nel 2000 è stato condannato all'ergastolo. Syed, ormai 42enne, ha passato oltre la metà della sua vita dietro le sbarre. 

La contro-inchiesta di Serial

La svolta è arrivata nel 2014, quando una squadra di giornalisti ha deciso di condurre una contro-inchiesta, da cui è nato il podcast Serial. L'indagine aveva mostrato che l'avvocato difensore aveva trascurato una perizia di telefonia mobile favorevole all'imputato, nonché la testimonianza di una giovane ragazza che gli offriva un potenziale alibi. La prima stagione, scaricata più di 300 milioni di volte secondo i produttori, ha avuto un enorme successo. La storia è stata ripresa anche dal documentario della Hbo, 'The Case Against Adnan Sayed'.

La riapertura del caso

Il loro lavoro ha portato alla riapertura del caso e, nel marzo 2018, una corte d'appello del Maryland ha ordinato un nuovo processo, ritenendo che l'avvocato avesse fornito "assistenza inefficace" al suo cliente. Un anno dopo, la Corte Suprema del Maryland ha riconosciuto che l'avvocato aveva sbagliato a non presentare alcuni elementi, ma considerata "la totalità delle prove", ha ritenuto che il verdetto non sarebbe stato diverso se questi elementi fossero stati inclusi. 

La difesa non si è arresa e ha portato il caso fino alla Corte Suprema, che però si è rifiutata di intervenire. Ciò sembrava mettere la parola fine sulle speranze di scarcerazione, ma la procuratrice di Baltimora, Marilyn Mosby, ha riaperto di nuovo il caso. E, a sorpresa, la scorsa settimana ha presentato una mozione per l'annullamento del verdetto, spiegando di nutrire dei dubbi sulla colpevolezza di Adnan. Ne ha così chiesto il rilascio. Alla fine, un magistrato ha convalidato la richiesta del pm nel corso di un'udienza. "Nell'interesse della giustizia e dell'equità, la mozione è accolta e l'imputato sarà rilasciato" e dotato di un braccialetto elettronico, ha affermato la giudice Melissa Phinn.

Cosa succede ora

Poco prima dell'udienza, il fratello di Hae Min Lee ha confidato, in videoconferenza, di "vivere un incubo che non finisce mai" e ha detto di sentirsi "imbrogliato" dai procuratori che per anni hanno sostenuto di avere trovato il colpevole, salvo poi aver cambiato idea dopo 23 anni. La procura di Baltimora aveva fatto sapere di aver reindirizzato le indagini verso altre due persone sospettate di aver ucciso Hae Min Lee nel 1999 e che sembra siano note alla polizia da allora. Spetta ora ai pubblici ministeri dire, entro i prossimi 30 giorni, se vogliono organizzare un nuovo processo o ritirare tutte le accuse contro Adnan Syed.