Martedì 23 Aprile 2024

Abramovich avvelenato, il mistero si infittisce. E spunta foto ai negoziati

L'oligarca russo a Istanbul per i colloqui Ucraina-Russia. Funzionario Usa: "Malessere dovuto a fattori ambientali". Diversi punti da chiarire

Istanbul, 29 marzo 2022 - È sempre più avvolta da un alone di mistero la figura di Roman Abramovich. L'oligarca russo si trova oggi a Istanbul, dove sono in corso i negoziati tra Russia e Ucraina. Una foto che lo ritrae mentre assiste al discorso del presidente turco Erdogan, intento ad accogliere le due delegazioni, viene pubblicata su Twitter da Nalan Koacak, giornalista del quotidiano turco Hurriyet. Abramovich non è seduto al tavolo principale, ma di lato al fianco di Ibrahim Kalin, un portavoce del presidente Erdogan. Indossa le cuffie per la traduzione. Secondo la Bbc la sua presenza dimostra come sia ancora coinvolto - non si sa bene a che livello - nei tentativi di mediazione. 

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Roman Abramovic ai negoziati a Istanbul (Ansa)
Roman Abramovic ai negoziati a Istanbul (Ansa)

Il miliardario russo è tornato sotto i riflettori ieri, dopo che fonti a lui vicine hanno lasciato intendere che sia stato avvelenato, o meglio abbia mostrato sintomi di avvelenamento, durante i colloqui di pace di inizio mese tenutisi al confine tra Ucraina e Bielorussia. "Occhi rossi, desquamazione della pelle sul viso e sulle mani", i sintomi rilevati. Una versione che sarebbe stata supportata anche da servizi americani e britannici. Stessi sintomi avrebbero accusato due negoziatori di pace ucraini, anche se Kiev ha smentito parlando di "speculazione". 

Ma stamattina alcune fonti non ufficiali statunitensi e ucraine hanno sollevato sospetti circa la veridicità di questo presunto avvelenamento. Da una parte la Bbc riferisce di un rapporto che vedrebbe negli estremisti russi i 'registi' dell'avvelenamento, con l'obiettivo di sabotare i colloqui. Dall'altra la Reuters cita un funzionario Usa - ripreso dall'emittente britannica stessa - che suggerisce come i sintomi fossero dovuti a fattori "ambientali" e non ad avvelenamento. Una fonte che preferisce rimanere anonima, ma che getta ombre sulla vicenda. 

Anche perché sull'episodio un funzionario dell'ufficio del presidente ucraino, Ihor Zhovkva, ha detto alla Bbc che, sebbene non avesse parlato direttamente con Abramovich, i membri della delegazione ucraina stavano "bene" e che uno di loro aveva definito "falsa" l'ipotesi di avvelenamento.

Insomma, sull'accaduto restano ancora punti interrogativi. Che probabilmente non troveranno risposte.  Lo stesso corrispondente della Bbc per la sicurezza Frank Gardner, spiega come gli stessi Stati Uniti potrebbero avere interesse a smorzare i sospetti circa l'utilizzo di armi chimiche in Ucraina. Soprattutto da parte dei russi. Washington a più riprese ha detto che le armi chimiche rappresentano lo spartiacque per un'eventuale azione di rappresaglia. Un punto di difficile ritorno a cui gli Stati Uniti, almeno per il momento, non vogliono arrivare. 

Cremlino

Scontata la smentita del Cremlino, secondo cui le notizie sul presunto avvelenamento di Abramovich fanno parte della "guerra dell'informazione". Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Tutto ciò fa parte del sabotaggio dell'informazione, della guerra dell'informazione", ha detto aggiungendo che "queste notizie, ovviamente, non corrispondono alla realtà".