Elisabetta II, una regina di stile. Abiti colorati, cappelli, scarpe e borse (mai firmati)

Da Valentino a Lagerfeld, da Giorgio Armani ad Ermanno Scervino: tutti gli stilisti del mondo hanno avuto il sogno di poterla vestire

La regina Elisabetta in un completo arancio indossato a Natale del 2017

La regina Elisabetta in un completo arancio indossato a Natale del 2017

Roma, 8 settembre 2022 - Icona di stile. No, molto di più. Solo Regina di stile, all’ennesima potenza, e fino alla fine. Quando due giorni fa ha ricevuto nel castello in cui stasera si è spenta la nuova prima ministra Liz Truss, stringendole la mano davanti al caminetto, Elisabetta II è apparsa stavolta piccolissima, curva e affaticata, le mani incrociate sul bastone con evidenti segni di lividi, forse per gli aghi delle trasfusioni o per l’eccesso di vecchiaia, ma sempre perfetta: kilt a pieghe in colori tenui azzurro e beige, cardigan di lana e camicetta, una vera Lady d’Inghilterra anche per la sua ultima foto pubblica mentre svolgeva a 96 anni il suo lavoro.

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Lei, dunque, era lo Stile, la grazia degli anni che passano al potere mai scalfita nemmeno per un giorno, anche quello tristissimo per i funerali del suo Filippo. Bella a suo modo anche da giovane, coi capelli un po’ arricciati, il viso aperto e sorridente, un filo di rossetto e nulla più. Le gonne e gli abiti sempre dieci centimetri sotto al ginocchio, da venti a novant’anni, i guanti di cotone bianchi lunghi 15 centimetri sotto le maniche sempre un po’ al gomito per mostrare la mano della Regina che saluta i sudditi. Tutti l’hanno adorata, potenti e poveri, riconoscendole grandezza e una femminilità rassicurante, da Mamma del mondo.

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Forse non è stata una donna tenera, per dovere regale, ma quei colori sgargianti usati per spiccare su tutti tra la gente in caso di pericolo, l’hanno resa unica, irripetibile, simpatica e sorprendente. Una signora tutta di giallo vestita, dal cappellino con le piume e i fiori di seta sempre a tesa larga per non nascondere il viso, al soprabito dritto e scostato dal corpo, quasi uno scudo alla femminilità, da giovane e da vecchia. Poi tutto rosso, tutto verde, verdino, arancione, fuxia, turchese, celestino, rosa-rosa e viola, tutto l’arcobaleno di un giardaroba sconfinato e mai firmato.

Scarpe nere a tacco 5, praticamente modello unico, borsette tutte uguali dal 1968 ad oggi da quando il pellettiere ebreo londinese Sam Launer gliene mandò in dono una, classica, coi due manici comodi da portare al braccio o tra le mani. Era sua cliente anche la regina madre ma poi Elisabetta II si innamorò di quelle Launer da arrivare a possederne fino a 400 e ad acquistarle sempre per una cifra intorno alle 2000 sterline. Si dice che a seconda che la poggiasse in terra o sulla sedia accanto la Regina lanciasse dei segnali di noia o di fretta al suo staff. Chissà. Molto ormai intorno alla sua figura è e resterà leggenda.

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Tutti gli stilisti del mondo hanno avuto e continuano ad avere un sogno: vestire Elisabetta II! Da Valentino a Lagerfeld, da Giorgio Armani ad Ermanno Scervino, ad ogni intervista sulla donna ideale da vestire si è sempre messo il suo nome al primo posto. Per tutte le donne del mondo poi che invidia per i suoi strepitosi gioielli, la corona, le tiare, i diademi, il classico ed eterno collier con tre fili di perle vere, le spille leggendario ognuna simbolo di un momento speciale della sua vita.

Gagliarda anche nel tempo libero, col foulard annodato sotto al mento a spasso nel parco di Balmoral con gli amati corgi, con il kild a pieghe contro la bruma, con il più intramontabile e stazzonato dei Barbour per montare a cavallo nei boschi o passeggiare sotto la pioggia. Per rossetto solo un rosa Lilibet, appunto, per smalto solo un trasparente discreto, dentro la borsa solo uno specchietto d’ordinanza, un fazzoletto, due biscottini per i cani, un bloc notes e con gli anni gli occhiali. Capelli bellissimi, morbidi, ad onde da giovane, perfettissimi col l’età di un bianco incantatore.

Ora che non c’è più il mondo perde non solo una Sovrana ma anche una donna capace di fare dell’eleganza regale uno stile di vita, un mantra di bellezza, una gioia nel tedio del cerimoniale. Due volte in nero di recente: al funerale di Lady D, per chinare la testa in segno di rispetto al passaggio della bara, e in chiesa all’addio al Principe Filippo, per la prima volta piccola piccola e sinceramente indifesa. Perchè in quel momento stava piangendo il cuore della Regina.